È passato ormai qualche mese dall’ultimo nostro articolo circa il percorso di crescita di Elena. La scorsa volta ci eravamo lasciati a quando la bambina aveva spento le sue prime due candeline, oggi ci concentriamo sul periodo che va da agosto a novembre, per essere più precisi, tra i ventiquattro e i ventisette mesi.
Le notizie da raccontare sono certamente molte ma, prima di parlare di progressi o regressi, partiamo col dirvi che ci sono stati cambiamenti importanti nella vita della bambina e della sua famiglia e questi potrebbero aver portato con sé delle conseguenze non sempre piacevoli. Di cosa stiamo parlando? Innanzitutto, del lockdown tra metà luglio e la metà di agosto, l’atmosfera di confusione portata dal covid e il trasloco avvenuto a novembre. Sono argomenti a cui abbiamo già dedicato largo spazio, ma che era doveroso ricordare anche in questa occasione.

Elena sta crescendo, lo si nota nei suoi comportamenti, a volte infantili e capricciosi (tipici della sua età), è ormai entrata in quella che in inglese viene comunemente chiamata “terrible two” (terribili due). Questa è una fase in cui il bambino sperimenta la propria libertà, la volontà di essere più indipendente, opponendosi agli adulti anche con capricci piuttosto frequenti e “intensi”. Seppur con qualche difficoltà in più da parte dei genitori nel gestire questi comportamenti, i progressi registrati dal punto vista linguistico e didattico sono evidenti.
Nel mese di ottobre Elena ha iniziato un percorso di educazione parentale a Metodo ACA, un progetto un pò diverso dal solito, perché svolto tra le mura domestiche, in un paese straniero e fondato sulla relazione tra mamma e figlia. Proprio per le sue caratteristiche, le attività proposte vengono scelte e create da Federica, che osserva quotidianamente la bambina, individuandone le attitudini, le abilità, punti di forza, eventuali difficoltà ecc.
Al termine del primo mese, quali sono le osservazioni a riguardo? Come ha reagito Elena? E soprattutto, come tutto questo ha influenzato il suo percorso di crescita?
Nonostante l’incombenza del trasloco, la bambina sembra aver accolto con entusiasmo l’idea di iniziare questo nuovo viaggio. Ci sono stati giorni in cui è stato più difficile perché non sembrava volesse collaborare, altri invece è stata lei a chiedere di fare qualcosa insieme.
La creazione di routine che coinvolgano attività strutturate, la possibilità di riprendere concetti che abbiano un legame concreto con la realtà, come per esempio la ciclicità delle stagioni (presentazione dell’autunno attraverso una breve storia scritta dalla mamma) oppure alcune feste, come quella di Halloween, insieme ai momenti dedicati all’osservazione e alla sperimentazione, forniscono un apporto non indifferente, perché permettono alla bambina di assimilare con una certa velocità e consentono di utilizzare quanto appreso nella quotidianità.
Questo tipo di attività contribuisce, inoltre, a plasmare la sua identità culturale: non si tratta di schede didattiche o giochi creati per passare il tempo, al contrario, il loro obiettivo è quello di favorire lo sviluppo della lingua italiana, in parte anche quella inglese, e trasmettere il più possibile la cultura del paese di appartenenza della mamma.
Un altro aspetto che caratterizza questo periodo è la “fase dei perché”. I bambini, oltre alle proprie libertà, vogliono esplorare, come abbiamo accennato sopra, il mondo intorno a sé.
Elena è attratta da ciò che non conosce e lo dimostra attraverso tutti i mezzi a sua disposizione: ad esempio con i gesti, toccando con mano e sperimentando, ma anche a parole, utilizzando le due lingue. È sempre stata una bambina molto curiosa ma, forse, anche grazie a una crescente competenza linguistica e una più ampia visione del mondo, le domande poste sono sempre più frequenti e complesse.
Il progetto iniziato con la mamma, insieme alla curiosità e questa “sete di sapere”, se così si può definire, forniscono numerosi input anche nella sfera linguistica, dove ormai sembrerebbe che la lingua italiana stia superando quella cinese. Ancora una volta sono i dati a parlare chiaro: solo in questi tre mesi, Elena ha assimilato circa 250 – 260 parole in cinese e 400 in italiano. Discorso a parte va fatto per l’inglese, dove ha imparato circa 16 vocaboli, che però, a parte quelli relativi ai colori, vengono utilizzati con meno frequenza e perciò finiscono con l’essere dimenticati.
Essendoci stato anche un trasloco e alcuni cambiamenti, i suoi genitori hanno preferito lasciare momentaneamente la lingua inglese in secondo piano, concentrandosi in particolare sulla lingua italiana. Ricordiamo che Elena quando andrà a scuola utilizzerà principalmente il cinese e le occasioni per parlare la lingua madre saranno sempre di meno. I genitori vogliono assicurarsi che la bambina abbia delle solide basi in entrambi gli idiomi preferendo quindi l’italiano nello scambio linguistico a casa.
Concludendo questo spazio dedicato allo sviluppo linguistico e non solo di Elena, desideriamo condividere un ultimo aspetto di questa ricerca: più il tempo passa e maggiore diviene la consapevolezza che bambini seguiti come Elena hanno dei vantaggi. Infatti, se copriamo i dati linguistici standard di bambini in questa fascia d’età, si può evincere che il vocabolario in lingua madre di un bambino di ventiquattro mesi può variare tra le 50 e 70 parole di base (dati tratti dal manuale di Puericultura – Le Garzantine), mentre Elena ne padroneggia circa 350 di base in lingua italiana e 250 di base in lingua cinese, un risultato da non sottovalutare.
Anche per oggi ci fermiamo qui, gli argomenti da affrontare sono ancora tanti, vi diamo perciò appuntamento al prossimo articolo.
a cura di Haidi Segrada e Federica Mascheroni