Cura dei capelli: una storia in continua evoluzione

I capelli rivestono da sempre un ruolo importante per gli esseri umani, uomini o donne che siano. Il motivo è semplice: danno una comunicazione diretta di quella che è la nostra identità, esattamente come farebbe un capo d’abbigliamento. Sono quindi un elemento rilevante per definire ciò che siamo, ma non solo: una chioma curata è anche sintomo di benessere. Il primo passo da cui bisogna partire per una capigliatura in salute è l’alimentazione in quanto, se dovesse essere cattiva, si rifletterebbe immediatamente sullo stato dei capelli, facendoli apparire deboli e opachi. Il fatto che la chioma non sia un semplice ornamento è cosa nota sin dall’antichità, anzi viene investita di significati e valori che vanno ben oltre la dimensione fisica e biologica. Prendersi cura dei capelli è altresì un modo per distinguersi dagli animali e dare un senso di civiltà, manifestando la propria personalità e la propria appartenenza sociale.

Breve storia dei capelli

Già nell’antichità i capelli erano un simbolo di forza, soprattutto per gli uomini: la leggenda vuole che la potenza di Sansone risiedesse nella sua chioma. Sia i romani che i greci ci tenevano molto a curare la capigliatura con metodi naturali, nonché a creare acconciature da sfoggiare quotidianamente. Tutto il contrario di quello che avveniva nel Medioevo: periodo in cui regnava sovrana la superstizione, si credeva che valorizzare i capelli fosse qualcosa di peccaminoso. Le pettinature erano dunque estremamente semplici e quando la chioma veniva tagliata, si bruciava la parte recisa per evitare che potesse essere utilizzata per fare malefici. Il Rinascimento riporta alla luce i canoni della bellezza classica, riconoscibili nelle acconciature romantiche. Nel corso del ‘700 esaltare la propria persona per apparire e sedurre divenne una questione centrale, e i capelli erano in questo senso la chiave per raggiungere lo scopo. Solo nel secolo successivo inizia a esserci una cura della chioma simile a quella dei giorni nostri, grazie all’unione tra la ricerca di un’estetica personale e la scienza. Dal ‘900 in poi l’attenzione ai capelli non è più legata a un ceto sociale, ma tutti se ne occupano indistintamente a seconda delle tendenza del momento e dei propri gusti.

La psicologia del capello

I significati simbolici legati alla chioma possono essere estrapolati direttamente dall’etimologia della parola stessa. Oltre alla forza, già citata precedentemente, la capigliatura esprime seduzione e rinascita: quando si vuole mettere in atto un cambiamento, spesso si decide di comunicarlo agli altri attraverso un mutamento di look, taglio o colore che sia. I capelli esprimono anche il nostro essere: qualora dovesse prevalere l’identità sociale, quello che si vuole mostrare con essi è l’appartenenza a un determinato gruppo, la condivisione di uno stile di vita con altre persone, seguendo magari un particolare influencer o la moda stessa. Nei soggetti in cui prevale l’identità personale invece c’è una tendenza a differenziarsi dagli altri, facendo emergere l’unicità che li contraddistingue rifiutando l’omologazione e cambiando look frequentemente, senza temere di osare. È anche il nostro sé a influenzare le decisioni in termini di capigliatura: il sé reale induce a curare i capelli prendendo in considerazione le loro caratteristiche, mentre il sé ideale porta al costante tentativo di migliorare la propria immagine secondo lo stile che si preferisce. Infine, il sé imperativo guida la scelta di come trattare la chioma in base alle pressioni sociali, per paura di non essere accettati e apprezzati.

Evoluzione dei prodotti per prendersene cura

Oggi per scegliere il prodotto perfetto per i propri capelli si tengono in considerazione diversi fattori: la tipologia (se sono ricci, lisci, mossi), la quantità di sebo presente in essi, la lunghezza e il colore. A questi si aggiunge anche il trattamento scelto specificatamente in base alla situazione in cui ci si trova (una gravidanza per esempio) o una particolare stagione dell’anno. I prodotti Kerastase vengono creati per sopperire alle esigenze più disparate, grazie ai passi avanti fatti nella medicina che ha permesso di studiare il cuoio capelluto, e che va di pari passo con la specializzazione dei parrucchieri, sempre più attenti non solo all’estetica ma anche al benessere del capello.

Nell’antichità esistevano alcuni rimedi di bellezza a cui tutt’ora alcuni articoli si ispirano e che hanno trovato una moderna applicazione, portando a riconsiderare la natura come punto di partenza per realizzarli. In alcune anfore risalenti all’antico Egitto sono stati rinvenuti oli di lino miscelati con olio d’oliva, presumibilmente adoperati dalle dame di corte, mentre le donne appartenenti a un ceto sociale più alto mettevano la cenere di legna. Per colorare il capello, all’epoca la tinta in voga era il castano scuro: per realizzarla si creava un intruglio a base di frutti di bosco, minerali, corteccia d’albero e semi di piante. Nel Medioevo la tendenza si era spostata verso il biondo, simbolo di purezza, ottenuto con impacchi di camomilla e altre sostanze ossidanti che portavano la capigliatura a danneggiarsi, abbandonate poi nei secoli successivi in favore di zafferano, fiori di lupino o altre sostanze vegetali.

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