Crimini e Segreti: le Confessioni scoperte nel Retro di un pavimento in Legno di fine ‘800

Joachim Martin voleva essere ben sicuro che nessuno leggesse i suoi più riposti pensieri mentre lui era ancora in vita. Decise di affidare quindi la narrazione di alcuni fatti inquietanti avvenuti nel suo paese, e le sue personali riflessioni, alle tavole di legno che stava montando come pavimento nel castello di Picomtal, nelle Hautes-Alpes, in Francia.

Il Castello di Picomtal

Fonte immagine: Fr.Latreille via Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0

Potrebbe sembrare la trama di un romanzo giallo d’altri tempi, dove un investigatore dilettante si trova a leggere vecchie storie di omicidi e adulteri, ormai lontani nel tempo. Invece è accaduto davvero: i nuovi proprietari del castello di Picomtal, agli inizi degli anni 2000, fecero cambiare i pavimenti di alcune camere, scoprendo così il diario segreto dell’artigiano che aveva posato il vecchio parquet.

Il lavoro probabilmente impegnò Joachim Martin per diversi mesi, a cavallo tra il 1880 e il 1881.

L’uomo, che all’epoca aveva 38 anni, doveva avere il cuore gonfio di rabbia e d’angoscia, talmente oppresso dai dolorosi segreti che custodiva e non poteva (o voleva) confidare a nessuno, da decidere di affidarli alle tavole di legno che stava posando al castello.

Sesso, religione e crimine si intrecciano nella narrazione e nelle riflessioni di Joachim, svelando alcuni aspetti della vita di un piccolo paese di montagna, visti con gli occhi di un uomo qualunque, “un uomo del popolo”.

L’avvenimento che evidentemente ossessiona maggiormente l’artigiano è un infanticidio, avvenuto 12 anni prima: “nel 1868 stavo passando a mezzanotte davanti all’ingresso di una stalla, ho sentito dei gemiti, era l’amante di uno dei miei vecchi amici e stava partorendo”. Joachim racconta che la donna, nel corso degli anni, aveva dato alla luce sei figli, ma quattro di loro erano stati sepolti nella stalla, non dalla madre, ma dal suo amante.

Il criminale era un amico d’infanzia di Joachim, che però non si faceva scrupolo di insidiare sua moglie: “Questo (criminale) sta cercando di rovinare il mio matrimonio, tutto quello che devo fare è dire una parola e puntare il dito verso la stalla, e loro sono tutti in prigione, ma non lo farò, è un vecchio amico d’infanzia. E sua madre è l’amante di mio padre”.

I legami familiari e di amicizia superano quindi l’orrore per un crimine terribile e ripetuto, ma non placano evidentemente l’angoscia di Joachim. Il comportamento del prete locale invece, provoca un sentimento di rabbia difficile da contenere: secondo Joachim (e molti altri suoi paesani), l’Abbé Lagier era un maniaco sessuale, che approfittava del suo ruolo: “Per prima cosa trovo molto sbagliato il modo in cui infila il naso nella nostra famiglia, chiedendo come si fa l’amore con la propria moglie” aggiungendo anche che il prete indagava sulle diverse posizioni sessuali, il tutto raccontato con un linguaggio esplicito. Comunque, secondo l’uomo

Il maiale dovrebbe essere impiccato

L’eccessiva curiosità del prete portò poi, nel 1884, alla richiesta di allontanamento dell’abate Lagier. Richiesta firmata da molti paesani, compreso Joachim, che accusavano la dissolutezza del prete e la sua incompetenza come “medico”.

Perché all’epoca, molti sacerdoti facevano anche i guaritori…

Per il resto, poco si sa di Joachim Martin: nacque nel 1845 e morì nel 1897; da giovane suonava il violino nelle feste del paese, ed era padre di quattro figli.

Per concludere il suo diario segreto, parla direttamente al lettore del futuro: “Felice Mortale, quando leggerai questo, io non sarò più”… “La mia storia è breve, sincera e vera, perché nessuno tranne te vedrà la mia scrittura”.

Il suo diario, invece, ha appassionato uno storico dell’Università della Sorbona, Jacques-Olivier Boudon, che ha scritto il libro “Le Plancher de Joachim”. Secondo lo studioso, grazie alla testimonianza di Joachim, “abbiamo una visione della realtà delle relazioni in un villaggio, che nessun testo archivistico convenzionale è in grado di rendere in modo tanto vivido”.

Se si trattasse di un libro giallo, molti misteri sarebbero stati svelati, invece non sapremo mai cosa accadde del prete senza morale, dell’amico criminale e della moglie indotta in tentazione…

Fonte immagini delle tavole: The Sun.

Annalisa Lo Monaco

Lettrice compulsiva e blogger “per caso”: ho iniziato a scrivere di fatti che da sempre mi appassionano quasi per scommessa, per trasmettere una sana curiosità verso tempi, luoghi, persone e vicende lontane (e non) che possono avere molto da insegnare.