All’inizio degli anni ’90, il fotoreporter brasiliano Sebastião Ribeiro Salgado si trovava in Ruanda a documentare il terribile genocidio di quel popolo. Tornato a casa sconvolto per gli orrori, Salgado decise di gestire l’azienda della casa di famiglia nello stato di Minas Gerais, in Brasile. Nonostante fossero trascorsi pochi anni da quando era partito, i circa 600 ettari di terreno della “Fazenda Bulcao”, una volta coperti dalla foresta, si erano trasformati in una distesa desertica, simile a quanto aveva visto nelle periferie africane.
Salgado rimase traumatizzato: “La terra era malata quanto me”
Soltanto lo 0,5% del terreno era coperto da alberi, una prospettiva sconfortante rispetto al lussureggiante passato. La moglie del fotoreporter suggerì allora un progetto che sembrava ai limiti del pazzesco:
Ripopolare di alberi l’intera Fazenda
Nasce in questo modo il progetto “Instituto Terra”, un’organizzazione ambientalista dedicata allo sviluppo sostenibile della valle del fiume Doce. Negli anni seguenti, i Salgado, insieme alle persone coinvolte nell’Instituto Terra, sono riusciti a ricostruire lentamente una foresta da 600 ettari, trasformandola da terreno desertico a paradiso tropicale.
Oggi la Fazenda ospita 293 tipi di alberi diversi, 172 specie di uccelli, 33 di mammiferi e 15 di anfibi e rettili, molti dei quali in pericolo d’estinzione. L’intera foresta ha avuto un impatto di grande portata sull’ecosistema e sul clima, oggi tornati ai valori di molto tempo fa.
Salgado, uno dei fotografi più famosi al mondo, condivide il suo pensiero: “Tutti gli insetti e gli uccelli e i pesci sono tornati. Grazie a questo aumento degli alberi, anch’io sono rinato – questo è stato il momento più importante“.
L’Instituto Terra si è molto sviluppato nel tempo, diventando anche una scuola e un sostegno importante per la comunità locale. Nel video sotto possiamo vedere la trasformazione della Fazenda Bulcao e la spiegazione delle attività dell’istituto, che trovate anche su Facebook.