Nota come «la regina madre» per il fatto di aver generato tre sovrani di Francia, Caterina De’ Medici fu un’importante principessa fiorentina stabilitasi alla Corte di Francia nel ‘500. Caterina, una volta sposata ad Enrico II di Francia, attrasse dall’Italia importanti personalità tra cui astronomi, medici, alchimisti, frati, guardie pontificie e dame di compagnia. Ma tra tutti spiccò il suo profumiere Renato Bianco, noto come René le Florentin, tanto famoso che aprì a Parigi un negozio di profumi e cosmetici per la ricca aristocrazia e che contribuì anche alla nascita di una miriade di novelli profumieri.
Ritratto di Caterina de’ Medici, autore: Corneille de Lyon
Grazie a Caterina de’ Medici il profumo, dimenticato dopo i fasti d’epoca romana, divenne elemento indispensabile di convivenza sociale nelle classi agiate di Francia, proprio come già succedeva in Italia. A Firenze, infatti, i profumi erano regolarmente indossati dalle dame di alto lignaggio, e quasi tutti i conventi d’Italia disponevano di almeno un frate alchimista che si dedicava alla lavorazione delle erbe e all’estrazione delle loro essenze.
Quando Caterina de’ Medici arrivò a Marsiglia con al seguito damigelle d’onore, paggi e guardie, la popolazione locale rimase affascinata dalle strane sfere d’oro e argento che la regina e le sue dame portavano al collo o alla cintura, e che avvicinavano spesso al naso per contrastare il fetore. Tali sfere, chiamate a Firenze Bussolotti, contenevano essenze profumate, e annusarle, per la regina, era in quel momento necessario entrando in una città ammorbata da odori nauseabondi.
In seguito, diventarono così popolari da ricevere il nome di Pomander in quanto contenevano essenze come tali, ma soprattutto pomate profumate. Caterina deve essere lodata per la sua pionieristica avventura nel mondo dei profumi, anche e non solo per la sua controversa amicizia con figure particolari, come Nostradamus e Renato Bianco, il suo profumiere personale.
Presunto ritratto di Renato Bianco:
La vita di René le Florentin, maestro profumiere alla Corte parigina di Caterina de’ Medici, si perde nel tempo ed interseca la storia alla leggenda di un uomo dalle mille sfaccettature. Ci sono varie teorie riguardo la presunta identità di questo controverso personaggio. Una teoria lo vede come figlio di mercanti friulani che commerciavano spezie attraverso il porto di Venezia. Trasferita Firenze e, dal 1519 la sua famiglia entrò in contatto con la famiglia de’ Medici.
La seconda teoria vede Bianco come apprendista alchimista presso una bottega speziale vicino a Ponte Vecchio, a Firenze. Qui pare avrebbe lavorato per circa dieci anni, diventando mastro di essenze ed avrebbe conosciuto pittori di rilevanza come il Michelangelo. Quest’ultimo, grazie alla sua celebrità, avrebbe introdotto Bianco ad alcune nobili famiglie di Lucca e Carrara e successivamente dai De’ Medici.
La leggenda narra, però, che Renato Bianco fosse uno dei tanti orfani del convento dei frati di Santa Maria Novella a Firenze. Sembrerebbe che uno dei più esperti frati alchimisti del convento gli avesse insegnato tutti i segreti della distillazione delle erbe tanto che, alla morte del suo Maestro, Renato possedeva un bagaglio di conoscenze inimmaginabile per l’epoca. Alla morte del frate, il ragazzo avrebbe conservato gelosamente le tecniche apprese senza mai renderle pubbliche, ma facendole sue per ottenere riconoscimenti e celebrità.
Al castello di Blois , si è creduto per molto tempo che Catherine nascondesse i veleni dietro gli armadi segreti nel suo studio. Fotografia di Stevage condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:
La fama di Bianco instillò il rancore dei colleghi alchimisti del mondo clericale tanto che, a corte, diffusero molte dicerie sul suo conto, attribuendogli anche la fama di assassino del suo Maestro. Grazie alla sua ambizione e perseveranza, riuscì a farsi ricevere dall’ancora principessa quattordicenne Caterina De’ Medici che, meravigliata e stregata dalla sua bravura, lo assunse come profumiere personale. Bianco, rinominato dai Francesi “Renè le Florentin”, aprì una bottega di profumiere nella centralissima Pont Saint Michel che fu meta della migliore società parigina.
Proprio il suo livello nella società lo rese bersaglio di molti nemici, e la sua brama di potere divenne una tale ossessione che lo portò ad agire contro morale diventando anche un assassino. Renato, forte della protezione di Caterina de’ Medici, studiò la formula per un veleno inerte nella quale intingere la biancheria prima di profumarla. Era infatti molto comune che gli alti ranghi della nobiltà lasciassero la biancheria intima nel negozio del Fiorentino affinché venisse profumata:
Quale modo migliore per vendicarsi dei rivali?
Grazie agli esperimenti “sul campo” di Renato, una volta indossati gli indumenti, la sostanza venefica da lui scelta, reagendo con il calore del corpo o il sudore, si attivava ustionando e lesionando la pelle e la carne del nemico.
Le opere apparentemente uniche di Renato Bianco si sono perse nei secoli tranne una: l’Acqua della Regina. La creazione profumata consisteva in un’acqua a base di essenze di agrumi con una predominanza di bergamotto di Calabria. Il nome derivava proprio dal fatto che fosse stata creata su commissione per Caterina de’ Medici, atto che segnò il sodalizio tra il profumiere e la regina.
Questa creazione fu talmente apprezzata che venne ripresa secoli a venire (e forse leggermente modificata) da Giovanni Paolo Feminis, poi venduta con i nomi di Aqua Mirabili e Acqua di Colonia. La ricetta originale è tuttora custodita nel luogo dove il genio creativo di Renato Bianco la creò: la spezieria del convento dei frati domenicani a Firenze, divenuta oggi Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella.
Renato Bianco fu la figura più odiata e più amata di Parigi ma, nonostante la personalità e gli intrighi di corte, René sarà sempre ricordato come uno dei pionieri della profumazione moderna e come colui che fece diventare, inevitabilmente, la Francia la grande patria del profumo. Oltre a contribuire allo sviluppo della profumeria francese, Bianco fece molto di più, perché rese anche la sua città natale, Firenze, la capitale mondiale della profumeria e dei prodotti di bellezza naturali.