“Cappuccetto Rosso”: Cannibalismo e Violenza Sessuale dietro la più Famosa Fiaba Medievale

Cappuccetto Rosso è fra le fiabe più conosciute e narrate al mondo, e le sue origini risalgono ai tempi dell’Europa Medioevale. La storia conosciuta da tutti è quella risalente all’ultima versione di quelle pubblicate dai Fratelli Grimm, che nel 1857 stamparono la versione definitiva con il Taglialegna che uccide il lupo.

Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:

Prima di loro ne aveva scritto il famosissimo Charles Perrault nel suo “I Racconti di Mamma Oca“, che aveva un finale decisamente più macabro di quello dei Grimm, con nonna e nipote che finivano nella pancia del lupo, per sempre. Perrault, che scrisse circa 150 anni prima dei fratelli tedeschi, esplicita la morale in modo direttissimo, esortando le giovani donne a diffidare degli sconosciuti che potrebbero rivelarsi tremendi lupi famelici.

Il Contesto Storico

Cappuccetto Rosso 2

Se la prima versione scritta della fiaba risale solo al 1697, la tradizione orale e le origini della fiaba possono esser fatte risalire senz’altro all’epoca medievale. Durante il Basso Medioevo infatti, le carestie erano tutt’altro che infrequenti, e quella che colpì il Nord-Europa fra il 1315 e il 1317 fu particolarmente violenta, decimando la popolazione quanto una vera e propria pestilenza.

In quel periodo la resa dell’agricoltura era assai inferiore alla media odierna, e vedeva, in condizioni normali, nascere 7 semi per ogni seme piantato. Durante i periodi di carestie i contadini, flagellati da avverse condizioni meteorologiche, riuscivano a ricavare 2 semi per ognuno piantato.

A titolo di paragone, si pensi che oggi le medie sono di circa 200 semi per ognuno piantato

A seguito dell’espansione demografica dei secoli precedenti, decine di milioni di persone morirono di fame e stenti. In questo contesto si gettarono le radici per fiabe come Hansel e Gretel o Pollicino, che raffiguravano l’inevitabile decisione dei genitori di abbandonare i figli al proprio destino. Cappuccetto Rosso, sempre in questo ambito, era una fiaba dalla trama diversa, ma con simili origini. Di quel periodo si ricorda infatti il cannibalismo europeo, assai diverso da quello “medicinale” praticato dalle classi più abbienti, una misura estrema (ma spesso inevitabile) per non morire di fame.

Le prime versioni della Fiaba

Cappuccetto Rosso 5

La fiaba della bambina e della Nonna, come raccontata dai Grimm, prende origine da un racconto popolare dei contadini francesi del X Secolo, che venne tramandata in forma scritta dal maestro Egbert di Liegi. In Italia era famosa “La Finta Nonna“, che fu narrata sin dal XIV secolo, e che fu poi ripresa in seguito da Italo Calvino.

Queste prime versioni della fiaba erano caratterizzate da un antagonista “mostruoso”, che non era il lupo bensì un Orco o addirittura un Lupo Mannaro, famosi all’epoca per una caccia simile a quella delle streghe dei secoli successivi. In queste fiabe la nonna veniva spesso macellata dall’antagonista, per poi esser mangiata dalla nipote. Cappuccetto Rosso veniva invitata a togliersi gli abiti e a gettarli nel fuoco, e il lupo mangiava la bambina dopo essersi coricato a letto con lei.

In altre versioni, la bambina si accorgeva dell’inganno e chiedeva al lupo/orco/nonna di allontanarsi un attimo per andare in bagno a defecare. Il lupo acconsentiva a malincuore, tenendo la bimba legata con uno spago, dal quale però Cappuccetto Rosso riusciva a liberarsi, scappando dalla trappola. In altre versioni la bimba veniva inseguita dal lupo, ma alcune lavandaie la aiutavano a giocargli una trappola, mettendo un lenzuolo sul fiume grazie al quale il lupo, ritenendolo stabile come un appoggio fisso, cadeva annegando.

Uno studio scientifico del 2013 sostiene che la fiaba abbia origini mediorientali, e che risalga, in ultima istanza, all’inizio del I Secolo dopo Cristo

I significati

Cappuccetto Rosso 1

La fiaba è stata tramandata in molteplici versioni, ed è quindi difficilissimo identificare in tutte un trait d’union univoco. I temi trattati però possono esser ricondotti a 3 filoni principali.

Cannibalismo: Nella fiaba il lupo (antagonista) mangia la nonna, nelle prime versioni Cappuccetto Rosso stessa mangia a sua volta la nonna, ed il riferimento più evidente è all’antropofagia praticata durante i periodi di carestie del Medioevo. Se i tanti studi effettuati hanno documentato frequenti casi di cannibalismo, anche a più livelli della scala sociale, forse questo fenomeno potrebbe rivelarsi più diffuso di quanto stimato sino al recente passato.

Violenza Sessuale: Cappuccetto Rosso è una bambina ingenua che entra nel letto con il lupo. Nelle prime versioni viene addirittura fatta spogliare da quest’ultimo, che intrinsecamente la violenta prima di mangiarla. Anche le violenze sessuali, la pedofilia e l’infanticidio erano reati certamente diffusi durante l’epoca medievale (come in qualsiasi altra epoca), e la fiaba mette in guardia gli ascoltatori dai pericoli di dar fiducia al “lupo cattivo”, inteso come antagonista maschile.

In questo Perrault è esplicito e diretto, e si rivolge probabilmente alle ragazze più abbienti della società francese

Prostituzione: La mantellina rossa e il bosco sono due riferimenti alle usanze praticate dalle prostitute francesi. Queste infatti portavano come segno identificativo proprio un capo di abbigliamento rosso, che consentiva ai clienti di non cadere in inganno tentando un approccio con una donna non “del mestiere”. Le piccole ascoltatrici venivano messe in guardia dal praticare la prostituzione, perché si poteva “cadere fra le fauci di un lupo” con grande facilità.


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