Bruno Munari e la “Scienza della Fantasia”: il Percorso Conoscitivo-Formativo della Creatività

Bruno Munari è un artista e scrittore con l’incredibile talento di dar voce al processo creativo nascosto nell’uomo. Analizzando i metodi per stimolare la creatività, prosegue nel suo studio avvalorando la sua tesi con esempi fotografici che accompagnano il lettore per tutta la lettura. Immagini bizzarre ed estratti di altri romanzi sono alla base del metodo di insegnamento di Munari che, però, specifica più volte di non voler impartire regole ferree da seguire, ma indicazioni per stimolare l’immaginazione e abbandonarsi alla fantasia.

Nonostante i suoi testi siano di diversi anni fa, la loro lettura rimane ancora vivamente consigliata a tutti coloro che lavorano o vogliono comprendere meglio lo sviluppo della creatività.

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Fantasia”, uno dei suoi volumi più noti, è un spettacolare libro di ciò che si è in grado di dare vita seguendo pochi accorgimenti ed insegnamenti che plasmano la mente e la dirigono verso nuovi orizzonti ed incitano il lettore a fermarsi per studiare attentamente ognuno di essi. Primo fra tutti, Munari, precisa subito che la risorsa principale, necessaria affinché si possa riscoprire la fantasia, è la conoscenza. Senza di essa, infatti, non è possibile poter sviluppare la mente ed rivolgerla contro le barriere che invece limiterebbero l’evoluzione della creatività.

La fantasia, l’invenzione, la creatività pensano, l’immaginazione vede

“Fantasia” si presenta in un piccolo testo, quasi tascabile e leggerissimo, ma il suo contenuto abbatte immediatamente tutte le convinzioni.

Com’è possibile che per alimentare la fiamma della creatività sia necessario cercare informazioni, applicarsi, imparare e proseguire sul viale dell’apprendimento quando una delle opinioni più universalmente riconosciute è che “la fantasia appartiene ai bambini”? E’ comunemente risaputo, infatti, che è la vita adulta a falciare la crescita dell’immaginazione, mentre la mente dei bambini (più pura) è libera di vagare come vuole.

Sbagliato

I bambini, spiega Munari, non elaborano immagini, storie o creazioni perché ignorano le leggi che regolano la vita, ma sviluppano i concetti che hanno appreso e li traslano su altri elementi: ecco che i principi di una famiglia vengono imitati dagli oggetti inanimati, i sassi grandi rappresentano i genitori e quelli piccoli i bambini, o passano le informazioni che hanno già su altri animali mutando un gatto e aggiungendogli altre due zampe, altri due occhi, cambiandogli colore del pelo o la forma delle zampe.

Perché un drago deve avere solo una testa, quando potrebbe averne sette?

Il bambino non vaga nell’ignoranza e nell’inconsapevolezza, ma viaggia con la mente grazie a ciò che conosce e questo è esattamente ciò che l’uomo adulto dà per scontato: per ampliare la mente deve prima di tutto conoscere. L’intelligenza e la memoria seguono poi a braccetto.

I vari capitoli che compongono il libro rappresentano i punti da imparare e arrivare a comprendere il procedimento creativo che ha portato i grandi artisti a pensare ad esempio al pane, ma colorandolo di blu, o ad una tazzina di caffè però ricorperta di peli. Tutto può mutare, trasformarsi e nascere flettendo le regole che governano la nostra vita. Per immaginare qualcosa bisogna prima lasciare che la fantasia faccia il suo percorso, in modo consapevole e ragionato.


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