Per poter visitare l’Australia è necessario ottenere un visto appropriato alle proprie esigenze oltre che alla durata del proprio soggiorno. Esistono moltissime tipologie di visti australiani: in questo articolo una rassegna delle principali tra cui scegliere per poter entrare nel Paese.
Vacanza-studio, svago e non solo: i visti per soggiorni temporanei
Tra i visti temporanei più diffusi per visitare l’Australia c’è anzitutto l’eVisitor (Sottoclasse 651), noto anche come “Australian Visa Subclass 651”, un visto turistico destinato ai cittadini europei. Consente di visitare l’Australia per turismo o affari per al massimo 12 mesi, con la possibilità di rimanere nel Paese fino a 90 giorni per ciascuna visita. Non offre, tuttavia, l’opportunità di lavorare. Si tratta del visto più economico e rapido da ottenere (i tempi di rilascio non superano solitamente le 24 ore).
C’è poi il Working Holiday Visa, un visto per chi desidera viaggiare e lavorare in Australia. Esistono diverse categorie, tra cui il primo e il secondo Working Holiday Visa. Con questo visto è possibile lavorare per al massimo sei mesi con lo stesso datore di lavoro, e studiare per un massimo di quattro.
Lo Student Visa, invece, è dedicato a chi desidera studiare in Australia. È richiesto per frequentare corsi accademici o programmi professionalizzanti. Per ottenerlo è necessario essere prima accettati in un istituto educativo registrato, oltre a soddisfare una serie di requisiti come per esempio avere sufficienti competenze linguistiche.
Il visto Long Stay Visa (noto anche come “Visitor Visa”) permette di soggiornare in Australia per un periodo prolungato, solitamente per lavoro, ma anche per turismo o per visitare familiari e amici. È però necessario essere sponsorizzati da un datore di lavoro australiano o non. Nello specifico questo visto è pensato per i viaggiatori che non si trovano nella lista dei Paesi ammissibili ETA o eVisitor, ma anche per chi si trova già nel Paese e desidera prolungare il proprio soggiorno.
Il Medical Treatment Visa, invece, è per chi necessita di cure mediche in Australia, e consente di soggiornare per il periodo necessario a ricevere il trattamento medico, mentre il Business Visa è per coloro che desiderano visitare l’Australia per motivi commerciali (è rivolto principalmente a imprenditori). Il Maritime Crew Visa è pensato per chi arriva nel Paese via mare come parte di un equipaggio marittimo.
Il Temporary Work Visa, infine, è per i lavoratori sponsorizzati da un datore di lavoro australiano. Per ottenerlo è necessario avere un’offerta di lavoro valida e soddisfare i requisiti del programma di sponsorizzazione.
Come è evidente, sono numerose le tipologie di visto ottenibili, e trovare quello più adatto alle proprie esigenze può non essere affatto semplice: per accorciare i tempi è possibile fare riferimento a risorse come auvisa.org, per esempio, un portale tramite il quale è possibile reperire tutte le informazioni necessarie sui visti temporanei ed essere assistiti nel processo di richiesta.
Emigrare in Australia: i visti permanenti
Sono sempre di più gli italiani che decidono di trasferirsi in Australia a tempo indeterminato. Come certificano i dati Istat, ripresi anche in un approfondimento di Internazionale, gli italiani che hanno deciso di emigrare in Australia sono aumentati del 750% tra il 2020 e il 2022: si è passati da 262 persone all’anno a 2.228, per un totale di quasi 24.500 trasferimenti negli ultimi 18 anni. Ma quali sono le tipologie di visto permanente per chi desidera spostare la propria residenza in Australia?
Il General Skilled Migration Scheme consente di emigrare in Australia permanentemente. Per ottenerlo si deve raggiungere un determinato punteggio, che dipende da vari fattori, come ad esempio le competenze professionali, l’età e il livello di istruzione. Lo Skilled Visa, invece, è per chi possiede competenze professionali richieste in Australia. Consente di lavorare e vivere permanentemente nel Paese. Anche in questo caso è necessario superare una valutazione delle competenze e soddisfare determinati requisiti.
Il Permanent Residence Regional (Sottoclasse 191), infine, può essere ottenuto da chi ha vissuto e lavorato per almeno tre anni in alcune zone specifiche del Paese, il quale, come si sa, comprende un territorio davvero molto vasto. Di conseguenza, l’offerta e la tipologia degli impieghi offerti può variare molto.
In conclusione, è importante ricordare che oltre a quelli presentati esistono anche altre tipologie di visto, specifiche per ciascuna esigenza. Per questo motivo è fondamentale informarsi prima di partire, così da evitare intoppi che potrebbero rovinare il proprio soggiorno.