Apre al pubblico una Riserva Naturale nella zona di alienazione di Chernobyl

Negli oltre 30 anni trascorsi dal devastante disastro nucleare di Chernobyl l’intera area è stata protagonista di un radicale cambiamento. Se Il reattore è stabilmente chiuso all’interno dei sarcofagi in calcestruzzo che impediscono che le radiazioni si diffondano all’esterno, la zona di alienazione, un’area 30 chilometri di raggio con epicentro la centrale nucleare è stata oggetto di un progressivo recupero da parte della natura, anche se le attività umane non sono certo mancate.

Prima dell’incidente erano circa 120.000 le persone che vivevano nella zona e nella città di Pripyat, mentre oggi gli abitanti sono poche decine, che rifiutano di andarsene dalla loro terra di origine. Una ricerca universitaria del 2015 ha dimostrato che gli animali stanno aumentando sensibilmente rispetto al passato, e oggi sono certamente molti di più rispetto al momento del disastro.

Alci, cervi, volpi, lupi, orsi e persino linci oltre a diverse specie ormai rare in tutta Europa hanno trovato casa nell’area di alienazione, avvistate sempre più frequentemente dagli Stalker e dai visitatori della zona. Fra queste si trova anche il cavallo di Przewalski, ormai estinto nelle aree dell’ex-Unione Sovietica e invece numeroso in questo nuovo spazio senza l’uomo.

Tanta abbondanza di specie animali rare ha portato una nuova offerta di tour turistici, che consentono da Dicembre 2018 di esplorare una particolare zona. APB-Birdlife Belarus è un’associazione di conservazione animale della Bielorussia, che ha iniziato a organizzare dei tour nell’area del parco denominato “Палескі дзяржаўны радыяцыйна-экалагічны запаведнік – Riserva Radioecologica di Palieski”, nella zona della Polesia, che è il nome della parte bielorussa dell’area di alienazione della Centrale.

Oggi la riserva, che viene descritta come il più grande esperimento europeo di ricostituzione della fauna selvatica, ospita il 70% delle specie di uccelli della Bielorussia e molti lupi, cinghiali e orsi. Secondo quanto spiegato dall’organizzazione, i profitti dei tour vengono reinvestiti per la conservazione della fauna selvatica, rendendo assolutamente nobile questa forma di nuovo ecoturismo.

La lontananza dalla centrale nucleare dovrebbe garantire livelli di radioattività talmente bassi da non costituire un pericolo per i visitatori, che potranno osservare una zona ad altissima densità di animali, ormai un caso unico in un’Europa fortemente antropizzata.

Matteo Rubboli

Sono un editore specializzato nella diffusione della cultura in formato digitale, fondatore di Vanilla Magazine. Non porto la cravatta o capi firmati, e tengo i capelli corti per non doverli pettinare. Non è colpa mia, mi hanno disegnato così...