Aokigahara è conosciuta in tutto il mondo come la “Foresta dei suicidi“, ed è una macchia di circa 35 chilometri quadrati che si trova alla base nord-ovest del monte Fuji, in Giappone. Il bosco contiene un gran numero di caverne rocciose ghiacciate, alcune delle quali sono popolari destinazioni turistiche. La macchia di alberi è assai fitta, rendendo il luogo molto compatto su se stesso, silenzioso ai limiti dell’inverosimile. La foresta è storicamente associata agli “yūrei“, i fantasmi della mitologia giapponese, ed è tristemente diventata la meta privilegiata per i tanti giapponesi che decidono di porre fine alla propria vita (nel 2010 furono oltre 200 le persone che ad Aokigahara tentarono di uccidersi).
Il sottobosco è costituito principalmente da roccia vulcanica, ed è difficile da rompere con utensili manuali come picconi o pale. La foresta stessa è molto densa, e ci si può perdere facilmente se si abbandonano i sentieri ufficiali. Per questo motivo, negli ultimi anni, gli escursionisti e i turisti amanti del trekking hanno iniziato ad utilizzare un nastro di plastica per tenere traccia del cammino ed evitare di perdersi.
Passati i sentieri che conducono alle principali attrazioni turistiche come la “Grotta di Ghiaccio” e la “Grotta del Vento“, il primo chilometro della foresta è disseminato di nastri e altri rifiuti lasciati dai turisti, nonostante i tentativi dei funzionari di rimuoverli. Dopo il primo chilometro verso il Monte Fuji, all’interno del Parco Nazionale Fuji-Hakone-Izu, la foresta risulta essere in condizioni migliori, con poca spazzatura e nessun segno della presenza umana.
Immagine via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 2.0
La foresta è il luogo più popolare per i suicidi in Giappone, e il secondo più popolare nel mondo dopo il Golden Gate di San Francisco. Le statistiche sono variabili, ma sino al 1988 i suicidi documentati sono stati in media 30 l’anno. Nel 2004 si è raggiunto il record assoluto, con 108 corpi trovati nella foresta, che superò di poco il precedente record di 105 cadaveri del 2003. L’ultimo anno della statistica è stato il 2010, quando morirono fra gli alberi di Aokigahara ben 54 persone. Da allora le autorità giapponesi evitano di diffondere i numeri dei suicidi per non rendere ancor più popolare la località.
All’interno della macchia d’alberi sono numerosi i cartelli che invitano le persone a riflettere sulle proprie azioni, a parlare con qualcuno e a persone competenti.
Perché è diventata “La Foresta dei Suicidi”?
Aokigahara è una foresta come ve ne sono tante altre in Giappone, ma qui è ambientato il romanzo del popolare scrittore Giapponese Seichō Matsumoto Kuroi Jukai, che all’interno della foresta fece morire due giovani amanti nel romanzo Nami no tō, (Torre delle Onde).
E’ altresì vero che, già nel XIX secolo, la foresta era popolare per la “Ubasute”, usanza giapponese che prevedeva l’abbandono spontaneo della comunità da parte di una donna anziana, in periodi di carestia. Quest’usanza era poco frequente, ma il suicidio di queste donne diede origine alla leggenda degli yūrei arrabbiati di Aokigahara, secondo molti ancora presenti nella foresta.
Nel caso in cui decidiate di visitare la foresta, con intenti ovviamente benevoli, sotto trovate il Google Maps: