“Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna”: questo modo di dire potrebbe sembrare un giusto riconoscimento per le tante mogli o compagne che hanno vissuto all’ombra di uomini importanti, contribuendo al loro successo.
Certo, non tutte le “grandi donne” rimaste sempre un passo indietro ai loro mariti, possono avere l’orgoglio di Marie Curie (vincitrice di due premi Nobel), che alla domanda di un giornalista – “Come si vive accanto a un genio?” – risponde – “Non lo so, lo chieda a mio marito”. In realtà la citazione potrebbe non essere vera (non si conosce la fonte) ma poco conta, l’importante è ciò che traspare da quella domanda e risposta, ovvero la prassi di mettere in secondo piano donne di grande valore, oscurate da ingombranti figure maschili e conosciute solo in quanto “mogli di…”
Alcune, come la giornalista Martha Gellhorn, moglie di Ernst Hemingway, si ribellano a quel destino di “nota a piè di pagina”, altre rimangono intrappolate in quel cliché, come accade ad Anne Morrow Lindbergh, moglie dell’aviatore più famoso degli anni ’20 e ’30, Charles Lindbergh.
Anne Morrow Lindbergh
Cercando la voce “Anne Morrow Lindbergh” sull’Enciclopedia Britannica, solo per fare un esempio, non si trova altro che un paragrafo all’interno dell’articolo dedicato al marito.
Eppure, Anne Morrow non è stata solo la moglie dell’aviatore che per primo ha trasvolato l’Atlantico in solitaria, e la madre del bimbo rapito e ucciso a soli due anni. Oltre a essere pilota di aerei lei stessa, ha scritto libri che sono stati dei best-seller e si è gradualmente liberata dal fardello di essere la moglie di Charles Lindbergh – figura controversa per le sue simpatie filo-naziste – per impegnarsi in difesa dei diritti delle donne e nei movimenti ambientalisti.
Anne Morrow Lindbergh a 12 anni
Anne Morrow, nata nel 1906, è una figlia del suo tempo: da adolescente sogna, come nella migliore tradizione ottocentesca, di “sposare un eroe”, e quando lo trova è pronta ad intraprendere una vita per certi versi avventurosa, in linea con quel periodo di grande trasformazione che fu il primo novecento.
Certo, Anne è una figlia del suo tempo privilegiata: la sua è una famiglia del New Jersey colta e benestante, con il padre socio della banca JP Morgan e la madre insegnante e scrittrice, che trasmette il suo amore per la lettura e la scrittura ai suoi quattro figli, abituati fin da piccoli a tenere un diario e scrivere poesie. Anne si laurea nel 1928, quando ha già conosciuto il suo eroe, Charles Lindbergh.
Lindbergh posa davanti al suo Spirit of St. Louis prima del suo volo per Parigi
L’incontro avviene nel dicembre del 1927 a Città del Messico, dove il padre di Anne ricopre la carica di ambasciatore degli Stati Uniti. Dwigth Morrow invita Lindbergh – già eroe della trasvolata atlantica – a trascorrere le feste di Natale a casa sua, per organizzare un tour di buona volontà in Messico. La ragazza rimane praticamente senza parole, seduta a tavola a fianco del giovane Charles durante la cena di Natale: “Che potrei dire a questo ragazzo? Tutto quello che potrei dire sarebbe banale e superficiale, come i fiori di glassa rosa. Sentivo che tutto il mondo prima di questo era frivolo, superficiale, effimero”, scriverà poi nel suo diario.
La tranquilla vita da ragazza di buona famiglia all’improvviso perde d’importanza: “Il mio piccolo mondo di ricami con nastri è andato in frantumi”.
Lindbergh invita la famiglia Morrow a fare un volo sul suo aereo cinque posti, e Anne rimane estasiata da quell’esperienza “completa e intensa”, e incantata dal biondo pilota sicuro di sé e al tempo stesso timido e riservato. La ragazza si innamora, e non solo di Charles, ma anche della potente magia di volare “come un uccello”.
Charles e Anne Lindbergh – data sconosciuta
I due ragazzi si rivedono quando i Morrow tornano nel New Jersey, nella primavera successiva. Solo ad ottobre Charles ha il coraggio di chiedere un appuntamento ad Anne: neanche a dirlo, la fa nuovamente volare. Un mese dopo sono fidanzati e il 27 maggio del 1929 si sposano, con una cerimonia nel giardino di casa Morrow, alla quale sono invitate solo una ventina di persone.
Nello stesso anno, la giovane Anne è già in grado di volare da sola e nel 1930 è la prima donna negli Stati Uniti a conseguire il brevetto di pilota di aliante di prima classe.
Charles e Anne Lindbergh nel 1929
La coppia si cimenta in imprese aeree in tutto il mondo per tracciare nuove rotte, volando dall’Africa al Sud America, dal Nord America all’Asia e in Europa. Nel 1930, quando battono il record di velocità transcontinentale in un volo da Los Angeles a New York, Anne è secondo pilota, operatore radio, navigatore e per giunta incinta di sette mesi. I gas di scarico dell’aereo le danno la nausea, ma lei non si lagna, per non dimostrarsi “una donna debole”.
Charles e Anne Lindbergh nel 1931
Nel 1931, in Giappone, Anne stabilisce un record per le comunicazioni a lunga distanza, mentre tutto il mondo osanna i Lindbergh chiamandoli “la prima coppia dei cieli”.
La folla accoglie i Lindbergh in Giappone
I Lindbergh in Giappone
Il loro primo figlio è già nato, ma Anne non si sottrae all’impegno, anche se poi scriverà: “Sarei stata contenta di stare a casa e non fare altro che prendermi cura del mio bambino, ma c’erano quei voli di ricognizione che ci hanno attirato in altre avventure. Ci sono andata con orgoglio, prendendo il mio posto come membro dell’equipaggio. La bellezza e il mistero di volare non mi hanno mai annoiato, ed ero profondamente coinvolta nel mio lavoro di operatore radio”.
Tanta notorietà ed esposizione mediatica (come si direbbe oggi) costano veramente troppo alla “coppia dei cieli”: il primo marzo 1932 il piccolo Charles jr, di appena 20 mesi, viene rapito e poi ucciso, nonostante il pagamento di un riscatto di 50.000 dollari. L’assassino, Richard Hauptmann, viene arrestato due anni dopo e giustiziato nel 1936.
Nel frattempo la vita dei Lindbergh si è trasformata in un incubo: sono vittime di minacce, tentativi di estorsione e temono per la vita del secondogenito, Jon. Eppure, Anne ha la forza di scrivere dei libri sulle avventure aeree vissute insieme al marito, dove riporta dati tecnici che “nelle mani di Anne Lindbergh diventano letteratura”. Nel 1934 è la prima donna a essere insignita della Medaglia Hubbard del National Geographic e un anno dopo le viene conferita una laurea honoris causa per aver ““dimostrato a un mondo ammirato la compatibilità tra immaginazione e destrezza pratica; di sensibilità e fortezza; di modestia e audacia; l’orgoglio del suo collegio, la gloria del suo paese”.
Medaglia Hubbard del 1934, con la rotta del suo volo, conferita ad Anne Morrow
Immagine di Robert Lawton via Wikipedia – licenza CC BY-SA 2.5
Poi, la sovraesposizione patita durante il processo ad Hauptmann esaspera a tal punto i Lindbergh da indurli a trasferirsi in Inghilterra, dove sperano di ritrovare un po’ di pace.
Pace che non arriva, perché la parentesi europea nuoce molto all’immagine della coppia: Charles si fa abbagliare dai progressi tecnologici della Germania di Hitler, approva l’antisemitismo e le aberranti teorie sulla superiorità della “razza bianca”. Nel 1938, Hermann Göring gli conferisce la Croce di Commendatore dell’Ordine dell’Aquila, medaglia che lui rifiuta di restituire anche dopo la famigerata Notte dei Cristalli.
Göring consegna al colonnello Lindbergh una medaglia a nome di Adolf Hitler nell’ottobre 1938
Nel 1939, con venti di guerra che soffiano sempre più forte, i Lindbergh tornano negli Stati Uniti, ma non sono più l’osannata “coppia dei cieli”. Charles si espone pubblicamente contro l’intervento statunitense nella guerra ormai prossima e la moglie lo sostiene nelle sue teorie, anche con la pubblicazione di un breve saggio, “The wave of Future”, dove teorizza che fascismo e nazismo in Italia e Germania, e comunismo in Unione Sovietica, sono da considerarsi come inevitabili: una storica “ondata del futuro”, per quanto “feccia sull’onda del futuro”. Quel libro, definito da un esponente dell’amministrazione Roosevelt “la bibbia di ogni nazista, fascista, bundista e pacificatore americano”, si trasforma in un boomerang: l’opinione pubblica non li ama più, anzi. Tempo dopo, Anne Morrow ammette che all’epoca, lei e il marito, erano “entrambi molto ciechi, specialmente all’inizio, ai peggiori mali del sistema nazista”.
I Lindbergh in Giappone
Comunque tutto cambia dopo l’attacco giapponese a Pearl Harbour e Lindbergh partecipa alla guerra, anche se solo come “civile” (le forze armate non si fidano più di lui),
E tutto cambia anche fra Anne e Charles, che nel corso del tempo si è rivelato molto diverso dall’eroe sognato da una ragazzina di 16 anni, rimasta incanta dal pilota alto biondo e con gli occhi azzurri.
Oltre alle sue idee sulla razza e l’eugenetica (peraltro diffuse all’epoca anche tra i progressisti), Lindbergh è un uomo maniacale, che compila liste con le incombenze da fare per la moglie e i figli, si annota tutte le infrazioni alle regole da lui imposte ai bambini, e pretende che Anne registri tutte le spese di casa, fino all’ultimo centesimo. Con la sua mania del controllo arriva a proibire ad Anne di piangere, dopo il rapimento e la morte del piccolo Charles Jr.
Il piccolo Charles con la mamma, la nonna e la bisnonna
Oltre a Charles jr., la coppia ha altri cinque figli. Nonostante il trauma riguardo la fine del primogenito, Lindbergh porta la moglie lontana da casa, nei suoi avventurosi voli, poco dopo la nascita di ogni bambino, per una sorta di svezzamento al contrario.
Anne Morrow Lindbergh a Helsinki – 1933
Immagine via Wikimedia Commons – licenza CC BY 4.0
Si può comprendere dunque che, vittima di depressione, Anne alla fine si sia decisa ad intraprendere un percorso di psicoterapia. Per farle capire quanto disapprovasse la cosa, Charles smette di dormire insieme a lei. A distanza di molti anni si scoprirà che lui, a partire dal 1957, si era formato altre tre famiglie, in Europa, mettendo al mondo sette figli.
Anne invece, che ha ricevuto un’educazione calvinista ed ha quindi radicato un profondo senso del dovere, per rimanere fedele a se stessa è, pur nella sofferenza, accondiscendente ai desideri del marito. Questo atteggiamento sarà, a detta della figlia minore, il suo personale cilicio.
Trova però riscatto nella scrittura: nel 1955 pubblica Gift from the Sea, un saggio che rimane nella classifica dei bestseller per 80 settimane.
Lei, da sempre in secondo piano rispetto al marito, si rivolge alle milioni di donne che vivono come primario il ruolo di mogli e madri, anteponendolo alla propria realizzazione personale. Il libro è una sorta di manifesto femminista, pur senza avere toni di rivendicazione o accusa:
“Comincio a capire perché le sante erano raramente donne sposate. Sono convinta che di per sé non abbia nulla a che fare, come una volta supponevo, con la castità o i bambini. […] Le normali occupazioni della donna in generale sono contrarie alla vita creativa, o contemplativa, o santa […] Il problema non è solo quello della donna e della carriera, della donna e della casa, della donna e dell’indipendenza. Ha a che fare principalmente con le distrazioni: come rimanere integri in mezzo alle distrazioni della vita; come rimanere in equilibrio, non importa quali forze centrifughe tendano a spostarci fuori dal centro”.
Il matrimonio, nonostante i Lindbergh conducano sempre più spesso vite separate, finisce solo con la morte di lui, nel 1974. Lei dedica tutto il resto della sua vita – morirà nel 2001 – alla difesa dei diritti delle donne e alla promozione dei movimenti ambientalisti.
Anne e Charles Lindbergh con il Presidente J.F Kennedy – 1962
Una vita intensa quella di Anne Morrow Lindbergh, anche piena di contraddizioni ma certamente coraggiosa: dall’accettazione di un ruolo subalterno, all’interno del quale si può inserire quel libro filo-nazista, arriva a una difficile presa di coscienza che le consente di andare oltre. Oltre l’ingombrante marito, oltre la rassegnazione e il dolore.
Una delle sue figlie ha detto di lei:
“Alcune persone pensano che mia madre, con tutti i suoi 90 chili, sia una donna fragile… È fragile come una barra d’acciaio”.