Alessandro Magno morì paralizzato affetto dalla sindrome di Guillain-Barré?

Uno dei più grandi condottieri di sempre, Alessandro Magno, era considerato dai suoi contemporanei un dio.

Volto di Alessandro Magno

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E non per le sue imprese fuori dal comune, o per aver conquistato l’enorme impero persiano nel giro di appena dodici anni.

L’Impero di Alessandro Magno

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No, Alessandro era considerato un dio dagli antichi greci perché il suo corpo non mostrò alcun segno di decomposizione  nei sei giorni successivi alla morte.

La Morte di Alessandro

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Secondo la Dottoressa Katherine Hall, dell’Università di Odago, in Nuova Zelanda, ciò che i greci consideravano la prova dell’essenza divina di Alessandro, costituisce il primo indizio utile a svelare il mistero della sua morte, ad appena 32 anni di età. Un mistero lungo 2.300 anni, che finora ha avuto spiegazioni che non si adattavano a tutti i sintomi riportati dagli autori dell’epoca. Alessandro aveva la febbre e dolori addominali, una paralisi progressiva simmetrica e ascendente, ma la mente lucida e uno stato di coscienza vigile.

Alessandro con il suo precettore, il filosofo Aristotele

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Il 10 giugno del 323 a.C. Alessandro morì, per una causa finora sconosciuta. Le ipotesi che sono state avanzate vanno dall’avvelenamento (forse voluto dalla moglie Rossane o dai figli di un suo luogotenente, Antipatro) a una ricaduta della malaria, dall’abuso di alcool al tifo addominale. La dottoressa Hall, secondo quanto scrive in un articolo pubblicato su The Ancient History Bulletin, crede invece che Alessandro soffrisse della Sindrome di Guillain Barré (GBS), che si evolve con la paralisi degli arti e un’insufficienza cardio-respiratoria. La malattia potrebbe essere insorta a causa di un’infezione da Campylobacter pylori, che all’epoca era molto frequente e spesso portava alla GBS.

Quasi tutti coloro che hanno cercato una spiegazione alla morte di Alessandro hanno focalizzato l’attenzione soprattutto sulla febbre e sul dolore addominale, senza tenere in considerazione, ad esempio, la sua lucidità di mente. Secondo la ricercatrice, Alessandro aveva contratto una forma acuta di neuropatia assonale motoria, dovuta alla GBS, che provocò la paralisi, senza indurre uno stato di incoscienza o di confusione mentale. Poi, la paralisi, un respiro quasi impercettibile, una probabile mancanza di autoregolazione della temperatura corporea e forse la fissità delle pupille, indussero a credere che Alessandro fosse morto. Eppure, lo stato di conservazione del suo corpo per sei giorni, oggi fa pensare a un caso di falsa diagnosi di morte. Il decesso sarebbe in realtà sopraggiunto dopo quei sei giorni di pseudothanatos, o morte apparente.

L’Imperatore Romano Ottaviano Augusto visita la tomba di Alessandro

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Alessandro Magno, secondo la Dottoressa Hall, è un personaggio complesso, un eroe-guerriero che ancor oggi affascina, anche per le misteriose circostanza della sua morte, in così giovane età. La diagnosi di GBS, che riesce a spiegare molti sintomi descritti dagli autori antichi in modo coerente, potrebbe “stimolare nuovi dibattiti e discussioni, e possibilmente riscrivere i libri di storia argomentando che la morte reale di Alessandro avvenne sei giorni più tardi rispetto a quanto creduto finora”.

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Alessandro morì giovane (e forse non sapremo mai la causa), e non inconsapevole della sua fine. Lasciò delle precise disposizioni su come dovessero svolgersi i suoi funerali, considerazioni sulla vita e sulla morte che fanno riflettere ancora oggi.


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