Albert Göring: Fratello Pacifista di Hermann salvò centinaia di Persone dai Campi di Sterminio

Il nome di Hermann Göring è tristemente famoso: sostenitore di Hitler fin dalla prima ora, quando ancora il partito nazionalsocialista era tutto da costruire. La sua fedeltà al fuhrer, e l’assoluta condivisione dei fondamenti del nazismo, gli valsero, almeno nei primi anni, una serie di cariche di basilare importanza: come Maresciallo del Reich si impegnò nella costituzione dell’aviazione tedesca e della polizia segreta, nella creazione dei campi di concentramento e di sterminio, fino alle estreme conseguenze.

Fu lui infatti ad assumersi il compito di ordinare la “soluzione finale al problema ebraico”, nel luglio del 1941

Hermann Göring

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Con le prime sconfitte dell’esercito tedesco, Göring fu messo in disparte e forse pensò di salvarsi la vita, dopo la morte del Fuhrer, presentandosi agli americani come successore ufficiale di Hitler, per trattare la resa. Invece fu processato a Norimberga e condannato a morte. Preferì suicidarsi con una capsula di cianuro, il 15 ottobre del 1946.

Hermann Göring il giorno dell’arresto

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Alla fine della guerra, molte persone che portavano il cognome Göring, anche se non imparentate col gerarca nazista, decisero di cambiarlo legalmente, per non essere associati al tristemente famoso Hermann.

Molto meno conosciuto, e a torto, è uno dei fratelli di Hermann, Albert Günther Göring. Senza l’avvento del nazismo, Albert si sarebbe probabilmente dedicato alla sua passione: voleva fare il regista cinematografico. Invece, quando la ferocia dell’ideologia nazista divenne evidente, Albert Göring, che detestava ogni forma di violenza, si impegnò a contrastarla con ogni mezzo a sua disposizione, approfittando anche della parentela con il potente Hermann.

Albert Günther Göring

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Inizialmente si limitò a qualche gesto di sfida, come la volta che si unì ad un gruppo di donne ebree costrette a pulire le strade, come forma di umiliazione pubblica. Nell’impossibilità di allontanarlo, l’ufficiale delle SS si vide costretto a interrompere quella dimostrazione di forza, per non incorrere nelle ire del Maresciallo del Reich.

Con l’inasprirsi delle persecuzioni, Albert usò la sua influenza per liberare, e poi far fuggire, alcune famiglie di ebrei e dissidenti. Quando divenne direttore delle esportazioni alla Skoda Works, in Cecoslovacchia, approfittò del suo ruolo per salvare molte persone rinchiuse nei campi di concentramento: mandava dei camion a prelevare i detenuti, con la scusa di aver bisogno di manodopera nella sua fabbrica, e poi li faceva fuggire. Collaborò con la resistenza ceca, ma non partecipò mai attivamente ad azioni di guerriglia, perché aborriva qualsiasi tipo di violenza. Diversamente dal nipote del Führer stesso, William Patrick Hitler, Albert era un convinto pacifista. Si limitava a programmare atti di sabotaggio, oppure a falsificare la firma del fratello su documenti ufficiali, per liberare qualche condannato.

Anche se qualche volta fu arrestato per le sue attività antinaziste, fu sempre rilasciato, grazie all’influenza del potente fratello

Göring a sinistra di fronte a Hitler durante una manifestazione Nazista a Norimberga, nel 1928:

Alla fine della guerra molti sopravvissuti testimoniarono in favore di Albert Göring, che era stato arrestato: la sua attività antinazista lo salvò da una condanna, ma non divenne mai nota come forse avrebbe meritato. Fino al 1966, anno della sua morte, condusse una vita ritirata e tutto sommato modesta, soprattutto se confrontata con quella condotta nella sua giovinezza, come rampollo di un’importante famiglia tedesca. Solo agli inizi degli anni 2000 qualcuno cominciò a ricordarsi di Albert Günther Göring e delle sue attività antinaziste, ma la triste fama del fratello Hermann probabilmente continuerà ad oscurare la nobiltà d’animo di un uomo colpevole di portare un cognome tristemente famoso.

Annalisa Lo Monaco

Lettrice compulsiva e blogger “per caso”: ho iniziato a scrivere di fatti che da sempre mi appassionano quasi per scommessa, per trasmettere una sana curiosità verso tempi, luoghi, persone e vicende lontane (e non) che possono avere molto da insegnare.