“No,..non pensavo avrei mai più rivisto il mio “Principe della pace”.
La giovane Akiane trattiene a stento la febbrile commozione che prova nel rivederlo. Erano trascorsi 16 anni dall’ultima volta in cui aveva potuto contemplare la sua opera più grande. Il suo “Principe della pace”. Un quadro dalla storia incredibile e misteriosa. Il suo simbolo di amore vero e pace offerto in dono al mondo. Sotto questo cielo a volte si compiono piccoli grandi prodigi e questo è certamente il caso di Akiane Kramarik.
A soli quattro anni, l’artista autodidatta nata nel 1994 in Mount Morris, Illinois, da una famiglia di umilissime origini, con inspiegabile estro e maestria, trasferiva su tela le più sorprendenti immagini e scene che un bambino possa immaginare.
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Definita da molti una bambina indaco o prodigio, da autodidatta, Akiane non aveva fatto corsi speciali né partecipato a qualche straordinaria lezione. Ma aveva subito capito che l’arte era il suo mezzo per mostrare al mondo ciò che ella racconterà esser frutto delle incredibili visioni e sogni avuti sin dalla nascita.
Memorie mirabilmente impresse nei suoi disegni con un’abilità tecnica straordinaria. Una narrazione del tutto inconsueta e profondamente spirituale del Creato, che ha dato in seguito origine al movimento pittorico oggi definito “Akianismo”.
Secondo lei il suo è un dono datole da Dio per trasmettere il suo messaggio. “Ogni puntino, ogni pennellata, ha un messaggio che neanche io posso sapere. Le pennellate sono come i disegni e i puzzle dei milioni di universi paralleli. Sono così contenta di poter creare. Ogni quadro che viene fuori è come un bambino. Ci metto dentro la mia vita per crearlo.”
Cresciuta in un contesto familiare profondamente ateo, senza riferimenti di alcuna natura religiosa o spirituale, la piccola Akiane, con le sue raffigurazioni di volti e personaggi chiaramente appartenenti al mondo cristiano, lasciò di stucco tutti sin dal principio.
“Eravamo atei, quindi sentire la nostra bambina di soli tre anni raccontare tutto ciò, era piuttosto strano. Anche quando le abbiamo chiesto come poteva essere sicura che riguardasse Dio, lei ha risposto: perché mi piace, la sua voce è calma e mi dà pace, mi ha anche detto cosa dovevo fare e come mi avrebbe aiutato ad aiutare altre persone”. Tante sono le opere di immensa bellezza realizzate da quest’artista. Ma una è tra tutte la più controversa e discussa: il “Principe della pace”.
Un’opera tecnicamente magnifica, considerando soprattutto la giovanissima età in cui iniziò a disegnarla.
Terminerà infatti il dipinto a soli 8 anni e ne realizzerà anni dopo una nuova versione intitolata “Perdona loro, Padre”.
Ma quella sua “Prima” rimarrà per sempre impressa nel suo cuore; anche e soprattutto per le sventurate vicende che l’accompagneranno.
Il primo germoglio del quadro, nasce dal ricordo di un volto che Akiane racconta essere stato sempre chiaro e presente nel suo cuore, seppur irripetibile nella sua mente.
Un volto visto in un sogno, come spiegò alla madre. Un’immagine che come eco lontana tornava a bussare alla porta del suo animo, chiedendo di essere riportata finalmente alla luce. Fu questo sensibile richiamo interiore a spingerla un giorno a tentare il tutto per tutto. “Pregai tutto il giorno perché il Signore mi mandasse un modello che mi desse modo di raffigurare il Gesù che avevo visto nelle mie visioni”.
Con gioia Akiane e la sua famiglia testimoniarono l’inspiegabile accaduto poco dopo. “Il giorno successivo un uomo venne a bussare alla nostra porta. Era un carpentiere”. Sgomenta e con l’animo ricolmo di nuovo vigore, Akiane lo ammirò. Era quello il volto che aveva tanto ricercato. Quella somiglianza era per lei sensazionale.
In poco tempo riuscì a realizzare un dipinto sbalorditivo. Era ancora una bambina, dal talento sensazionale, ma innocente nel suo agire e certo non immaginava quali ostacoli una simile opera avrebbe potuto incontrare.
Fu grande il dispiacere che le diede il generale rifiuto con cui il dipinto fu accolto non appena ultimato. “Bruciatelo” suggerì addirittura qualcuno. Ma era solo l’inizio. L’opera venne rubata da un agente d’arte, restituita dopo molto tempo ed in pessime condizioni. Quando lo riebbe tra le mani il suo cuore sussultò. Era malconcio, ricoperto di segatura. Con fatica e umile premura Akiane cercò di ripulirlo, di donargli l’originale splendore. Non vi riuscì del tutto. Alcuni frammenti di segatura rimasero attaccati alla tela, come piccoli tagli incastonati su quel volto. Addolorata per quanto accaduto, Akiane trovò anche in questo un senso più profondo. Raccontò in seguito che per lei in quello “sfregio”, emergeva vivo il simbolico riferimento alle cicatrici della crocifissione. Ma le sfide non erano terminate.
E dopo una nuova lunga battaglia legale per riottenere l’opera malauguratamente rivenduta da un altro agente d’arte, il quadro finì confinato nello scantinato del suo nuovo proprietario per anni. Dimenticato forse da molti, ma non certo dalla pittrice che con incessanti sforzi, tornò più volte a reclamarlo.
In quegli anni, Akiane portò avanti la sua opera dipingendo paesaggi, animali, la guerra, la pace e soggetti dalla delicata spirituale bellezza, così come nuove rappresentazioni dei diversi periodi della vita di Gesù; un tentativo di portare avanti la sua più sentita missione.
Ma il dolore per la perdita del suo “Principe della pace” non terminava di logorarla.
Grazie ad una serie di copie stampate dell’opera, che Akiane possedeva, riuscì infine a diffondere e a far conoscere ad un pubblico più vasto il suo quadro. Venne invitata a partecipare a diverse trasmissioni televisive. Questa volta il suo dipinto, o almeno la copia stampata che possedeva, ottenne innumerevoli riconoscimenti.
Da lì a poco i possessori del quadro decisero di vendere il dipinto; che venne riacquistato in brevissimo tempo da una famiglia che lo accolse come il più prezioso dei tesori, da curare e conservare per le future generazioni. Una famiglia il cui più grande desiderio era e tuttora resta quello che il dipinto sia visibile a milioni di persone in tutto il mondo.
E torniamo a quell’incontro. Sedici anni dopo. E ad Akiane che accovacciata come una bimba sul pavimento, asciuga le lacrime che rapide attraversano il suo viso davanti a quello sguardo che da sempre aveva conservato e contemplato nel suo cuore. Il suo “Principe della pace”, di cui disse “Ho ritratto così i suoi occhi perché volevo parlassero intimamente alla persona che l’osserva,..”
Alla storia di questo dipinto, si lega anche un’altra vicenda del tutto incredibile. La storia del bimbo di nome Colton Burpo che ha anche ispirato il film “il Paradiso per davvero” di Randall Wallace del 2014. Il padre del bimbo, con l’aiuto della giornalista e scrittrice Vincent Lynn, rese note le vicende del figlio che durante un’operazione piuttosto delicata, raccontava di aver visitato il paradiso incontrando anche parenti morti oltre che la sorella morta ancor prima di nascere. Il bimbo vedendo per caso su un giornale la foto del dipinto di Akiane, aveva riconosciuto nel volto ritratto, l’uomo che avrebbe incontrato durante la sua straordinaria esperienza.
Ad oggi l’attività artistica di questa giovane che dice di volersi rendere “strumento” per mezzo dell’arte, ha visto una grande crescita ed un particolare successo.
Akiane scrive inoltre poesie. Tra le sue molte ispirazioni la natura che ci circonda.
“Abbiamo bisogno della natura. Abbiamo bisogno di quella connessione con gli animali, con l’acqua. Io salgo alla mia casetta sopra l’albero e ascolto le foglie e il vento. Tutto è così bello.”
Ma la sua personale vocazione resta sempre la stessa. “Desidero che la gente trovi la Speranza nella mia opera e che la mia arte indirizzi l’attenzione della gente a Dio”.
I suoi dipinti (visionabili al sito ufficiale https://akiane.com/) sono inoltre un importante mezzo per portare avanti numerose opere di beneficenza.
Non si sa dove sia il vero o la fantasia, di certo la sua è un’opera artisticamente mirabile, che ha ispirato e continua a ispirare molti in tutte le parti del mondo. Per approfondire la sua storia: