Gaio Giulio Cesare Ottaviano (Roma, 23 settembre 63 a.C. – Nola, 19 agosto 14 a.C.) meglio conosciuto come Ottaviano o Augusto, è stato il primo imperatore romano dal 27 a.C. al 14 d.C., una persona che volle trasmettere l’immagine di sé come imperatore pacifico di quella Roma trionfatrice su tutto il mondo conosciuto.
Sotto, ritratto di Augusto, fotografia di Marie-Lan Nguyen condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:
Egli lo fece attraverso un uso abile delle immagini e con l’abbellimento della città di Roma. Tutelò gli intellettuali che celebravano il principato, riqualificò il Senato e l’Ordine degli Equites. Fece molte importanti e durature riforme.
Ma dal punto di vista militare di certo non eccelleva, cosa non da poco in quella Roma.
Non era uno stratega né un cuor di leone in battaglia
Ma Ottaviano aveva un asso nella manica in tal senso e rispondeva al nome di Marco Vipsanio Agrippa.
Nato forse ad Arpino, oggi in provincia di Frosinone nel 63 a.C., era amico di Ottaviano già da molto tempo prima che egli divenisse l’imperatore Augusto, anche se non sappiamo con certezza quale fu l’occasione dell’incontro tra i due, visto che Agrippa pare non fosse di famiglia nobile, ma anzi di un ceto medio-basso.
Sotto, ritratto di Agrippa, fotografia di Marie-Lan Nguyen condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:
Si sa però che la loro amicizia era fraterna e iniziò in tenera età.
Fu un fedelissimo collaboratore di Ottaviano e divenne anche suo genero. Fu proprio Agrippa l’artefice di molti trionfi militari dell’amico imperatore. Un uomo che ha vissuto all’ombra del suo Augusto, amico e partner fondamentale per la sua ascesa. Possiamo affermare con certezza che senza Agrippa, Ottaviano non sarebbe arrivato così in alto e anche la storia di Roma sarebbe stata molto diversa.
La fortuna di Agrippa invece cominciò prima dell’ascesa dell’amico Ottaviano, proprio per le sue doti di abile militare. Marco Vipsanio nei primi anni 40 del I sec. a.C. infatti servì e si distinse nella cavalleria dell’illustre Giulio Cesare. Non male come maestro!
Fu ufficiale nel 45 a.C. nella Battaglia di Munda, dove dimostrò il suo grande valore, così da convincere Giulio Cesare, che nel frattempo aveva scelto Ottaviano come suo successore, a mandare i due ad Apollonia, oggi in Albania, per far loro continuare gli studi e avere un’eccellente formazione.
Successivamente i due partirono per unirsi alle legioni macedoni. Anche in quella occasione Agrippa confermò sia la sua attitudine alla battaglia e alla vita militare, sia la capacità di relazionarsi con i commilitoni.
Nel 44 a.C. Agrippa e Ottaviano ricevettero la notizia della morte di Giulio Cesare. Ottaviano partì alla volta di Roma immediatamente, sapendo che doveva essere presente fisicamente nell’urbe per giocare le sue chances nella difficile trattativa per diventare imperatore.
Lawrence Alma-Tadema, Un’udienza da Agrippa. Il fenomeno dei clientes era molto sviluppato in età imperiale, e anche le donne poterono quindi divenire patrone. Alcuni clienti si appropriarono del patrimonio di Matidia, la prozia di Marco Aurelio, causando un discusso caso.
Agrippa, rimasto ad Apollonia, nel frattempo rafforzò la sua posizione diventando comandante delle legioni macedoni. La notizia fu accolta con entusiasmo dall’amico Ottaviano, perché gli fu subito chiaro che poteva contare sull’amico Agrippa e della sua solida forza militare.
Per tutta la durata della loro amicizia fu una costante per Agrippa andare il soccorso e aiuto di Ottaviano.
In questo caso, il suo intervento con le legioni macedoni fu decisivo nelle trattative che portarono Ottaviano alla stipula del cosiddetto “Secondo Triumvirato” nel 43 a.C.
Agrippa continuò a distinguersi sul campo di battaglia, a dimostrazione che l’amico fraterno Ottaviano poteva contare su un braccio armato efficace, intelligente, determinato, scaltro ma soprattutto a lui fedelissimo e, cosa non da poco, sempre vittorioso.
Nel 42 a.C. Agrippa fu al seguito di Ottaviano nella storica Battaglia di Filippi, dove combatterono i principali responsabili della morte di Cesare, cioè Bruto e Cassio. I due furono sconfitti dalle forze unificate di Ottaviano e di Marco Antonio per un totale di 19 legioni. In verità nella battaglia fu grazie a Marco Antonio e a il suo esercito se si arrivò ad un esito vincente dell’azione militare.
Difatti Ottaviano ed il suo esercito furono pesantemente sconfitti nella prima fase della battaglia, quando Bruto riuscì addirittura a conquistare l’accampamento di Ottaviano e Agrippa. Ma naturalmente la propaganda la fece passare per una vittoria schiacciante. Marco Antonio dimostrò di avere abilità allora superiori a quelle dell’erede designato da Cesare. Nel 41 – 40 a.C., però, Agrippa riportò una vittoria preziosa per Ottaviano, contro Lucio Antonio, che organizzò una rivolta per favorire l’ascesa al potere del fratello Marco Antonio.
La rivolta fu stroncata proprio da Agrippa che, alla guida dell’esercito di Ottaviano, sconfisse Lucio Antonio a Perugia. Dopo diché ottenne vittorie contro alcune tribù germaniche, dimostrando a tutti come Ottaviano potesse vantare un valido alleato militare particolarmente esperto anche negli scontri sul mare.
Il Pantheon di Adriano, che riporta sulla trabeazione l’iscrizione del precedente tempio costruito da Agrippa M·AGRIPPA·L·F·COS·TERTIVM·FECIT (“Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza volta, fece”). Fotografia di Alonso de Mendoza condivisa con licenza Creative Commons via Wikipedia:
Successivamente Agrippa si dovette occupare di Sesto Pompeo e di suo figlio che, con l’intento di indebolire la posizione di Ottaviano agli occhi del Senato, si dedicarono alla pirateria e bloccarono i rifornimenti di grano provenienti dall’Africa per l’Impero, arrivando a conquistare anche la Sicilia.
In terra sicula, proprio in quell’occasione, conquistò gloria eterna quando nel 36 a.C., nella località di Nauloco, quando annientò completamente la flotta di Sesto Pompeo e grazie alle sue straordinarie capacità strategiche e militari, perse solo 3 navi, mentre Sesto Pompeo si ritirò con sole 17 navi sulle 350 che inizialmente aveva!
Proprio durante questo conflitto si cominciò a pensare che senza Agrippa, Ottaviano non sarebbe mai riuscito a compiere la sua straordinaria ascesa al titolo imperiale.
Ottaviano fece dichiarare Antonio nemico pubblico e il senato romano dichiarò guerra all’Egitto.
Ancora una volta toccò ad Agrippa prendere il comando della flotta quando scoppiò la guerra contro Antonio e Cleopatra. Sul finire del 32 a.C. I due sposi furono sconfitti nella battaglia di Azio, del 2 settembre 31 a.C., e si suicidarono entrambi l’anno successivo in Egitto. La vittoria di Ottaviano ad Azio , che gli diede il controllo di Roma, fu principalmente dovuta ad Agrippa.
Nel 27 a.C., finalmente, Ottaviano ottenne il titolo di Augusto.
Sembra che la sua amicizia con Augusto andò via via incrinandosi a causa dei contrasti con Marco Claudio Marcello marito di Giulia, figlia di Ottaviano. Agrippa decise allora di lasciare tutto e si ritirò a Mitilene, anche se la vera ragione fu probabilmente che l’imperatore gli preferiva Marcello, e forse anche che la grande notorietà di Agrippa tra i romani, era diventata, per Augusto, troppo ingombrante.
Agrippa ritorna in campo e viene nominato console in Siria, dove con la sua amministrazione prudente si guadagna rispetto e benevolenza, particolarmente da parte della popolazione ebraica.
Ma nel 23 a.C. muore Marcello e Agrippa viene richiamato a Roma dall’imperatore.
Ottaviano volle associare Agrippa alla famiglia imperiale, facendolo sposare con sua figlia Giulia, da poco vedova di Marcello.
Secondo Cassio Dione sarebbe stato Mecenate, anche lui alleato e amico storico di Ottaviano Augusto, a suggerire al Princeps questa unione, affermando:
Lo hai reso così grande che deve divenire tuo genero o essere ucciso
Nel 19 a.C., Agrippa fu impiegato per sedare alcune rivolte in Gallia e a difendere il confine dai Germani. In seguito fu nominato governatore della Siria una seconda volta, nel 17 a.C.,
L’ultimo servizio pubblico che Agrippa fece per il suo Princes fu la conquista dell’intero Illyricum. Agrippa, dopo aver attaccato nell’inverno del 13/12 a.C., fece spaventare talmente i Pannoni da farli desistere dalla ribellione.
Il sostegno di Agrippa per il suo amico Ottaviano non venne mai meno, fino alla sua morte, che sopraggiunse nel 12 a.C. all’età di 51 anni a causa di una malattia. L’imperatore adottò i figli di Agrippa e di sua figlia Giulia, Gaio Cesare e Lucio Cesare, designandoli come suoi successori.
Ottaviano Augusto onorò la memoria di Agrippa con un funerale magnifico. Si dice che passò poi più di un mese in lutto per l’amico scomparso a cui lui e Roma dovevano parte della loro grandezza.