Shirin Abedinirad, nella pur difficile condizione delle donne in Iran, attraverso un percorso di studi artistici, è riuscita a trovare la sua personale strada verso l’autonomia e l’indipendenza intellettuale. A Teheran ha studiato graphic e fashion design, e dal 2010, oltre a partecipare ad una campagna internazionale per United Colors of Benetton, ha realizzato diverse mostre in Spagna, Turchia e India, affrontando argomenti come la questione di genere, la sessualità e la compassione umana.
Nelle sue due ultime opere, l’artista iraniana esplora l’insieme dei problemi dell’essere umano e le loro relazioni, attraverso le sue interessanti e simboliche installazioni. Evocation e Heaven on Earth sono due opere che focalizzano l’attenzione su uno tra i più discussi e attuali problemi dell’uomo moderno, esaminando il rapporto tra gli esseri umani e Madre Natura.
La Scalinata vista frontalmente:
Le installazione sono state poste in un contesto urbano in Italia, e nel deserto in Iran: vari specchi sono stati posti sul terreno, in modo da riflettere il cielo. La scala di materico cemento, a Treviso, si illumina del vivido riflesso del cielo azzurro cosparso di soffici nuvole bianche: la struttura artificiale interagisce con il mondo naturale in modo non convenzionale.
Nell’istallazione posta nel deserto iraniano, il contrasto è tra l’ocra delle dune di sabbia, e il riflesso del cielo limpido. L’artista ha trovato un originale mezzo per mostrare la relazione tra la mente umana ed elementi distinti della natura. In particolare, gli specchi sono stati usati per simboleggiare l’acqua, nel bel mezzo di una struttura in cemento, e nell’arido territorio dell’Iran.
Gli specchi nel Deserto:
Da vicino si notano le nuvole nel cielo:
Lo specchio:
Coperto dalla sabbia:
Ormai quasi svanito: