L’automobile è un mezzo di trasporto così radicato nella nostra vita quotidiana da essere diventata un elemento quasi “naturale”, per i nostri occhi e le nostre consuetudini: molti di noi sono veri appassionati e conoscono caratteristiche e prestazioni di ogni nuovo modello, per altri l’auto è un fedele compagno di tutti i giorni, per altri, infine, un semplice mezzo per rendere più comodi gli spostamenti, a cui quasi non si pensa mai, se non quando un piccolo guasto ci costringe ad affidarci a un Espertoautoricambi, che, come un vero mago, troverà il responsabile di quell’inquietante rumorino che la nostra utilitaria fa quando acceleriamo.
Eppure, la storia dell’automobile non è solo una sequenza di migliorie tecniche e meccaniche, né il racconto solo per appassionati di una serie di conquiste tecnologiche e fortune economiche: al contrario, è una vera epopea che attraversa gli ultimi 130 anni di storia del nostro pianeta, e che, come ogni epopea che si rispetti, è ricca di colpi di scena, momenti paradossali, aneddoti romantici e veri e propri tradimenti, a stretto contatto con le vicende della Storiacon la S maiuscola.
Pensiamo a una delle automobili più di culto di sempre, tale da essere diventata una vera e propria icona non soltanto del mondo dei motori, ma anche di una way of life: il Maggiolino Volkswagen. L’incredibile storia di questa vettura racconta di come un modello (progettato da Ferdinand Porsche, che in seguito avrebbe fondato l’omonima casa automobilistica) che oggi rappresenta per i giovani di tutto il mondo la libertà, l’indipendenza e l’anticonformismo nasca, in realtà, dalle ambizioni di potenza e dominio del più spietato dittatore di sempre, Adolf Hitler, che in essa vedeva la possibilità, per il suo popolo, di possedere, con una spesa contenuta, il simbolo stesso del progresso tecnologico e dell’efficienza della Germania. Negli stessi anni, il Führer incentivava lo sviluppo della Mercedes, già allora simbolo di austero ed elegante lusso made in Deutschland, e la BMW si gettava nella produzione di auto dopo una lunga esperienza nel campo dei motori degli aerei e delle motociclette.
Se ci spostiamo in Francia, la rivalità dal sapore tardo-ottocentesco tra Peugeot, Citroën e Renault, con i tre marchi che nascono come industrie legate alla produzione di mezzi bellici o parti meccaniche, e che diventano tre colossi dell’auto, con tanto di faide tra progettisti e accuse di tradimento alla patria verso Louis Renault, reo di aver lavorato per la Germania nazista, potrebbe essere l’intricata sceneggiatura di una avvincente serie tv.
Raccontare l’epopea dell’auto non può prescindere dagli Stati Uniti e da Detroit, la Motor City che, dai tempi di Henry Ford e del suo rivoluzionario (e spesso spietato) sistema di produzione a catena di montaggio, che permetteva la produzione in massa di veicoli, è la capitale dell’industria automobilistica a stelle e strisce, ospitando, oltre alla Ford, altre Case come General Motors, Chrysler, Cadillac e Chevrolet. Per non parlare poi delle marche del Sol Levante, Honda, Mitsubishi, Toyota, tutte con una affascinante storia alle spalle.
Insomma, non è necessario essere ingegneri meccanici, per guardare alla scatola su quattro ruote che ogni giorno ci porta a spasso e al lavoro con più attenzione e per farsi affascinare dall’incredibile storia dell’Automobile. É la storia di una avventura umana, e come tale, merita di essere conosciuta e raccontata.