Hong Kong è una delle città più ricche dell’Asia, eppure migliaia di persone vivono in quelli che il governo chiama “alloggi inadeguati”, eufemismo che definisce in molti casi delle minuscole gabbie di ferro. La metropoli è uno dei luoghi più densamente popolati al mondo (circa 7.000 abitanti per chilometro quadrato), dove i proprietari di appartamenti speculano sulla grande richiesta di alloggi in affitto, suddividendoli in modo da poter “stipare” più persone possibile.
Si stima che 50.000 persone vivano in gabbie lunghe due metri, messe una sopra l’altra. Altri vivono in scatole di compensato, chiamate bare, impilate all’interno delle stanze. Baracche di compensato e tetto di lamiera spuntano sulle cime dei palazzi già troppo affollati. Queste persone dividono gli alloggi anche con insetti e topi, soffrono spesso di malattie respiratorie, e manifestano problemi di salute mentale.
Tutto questo accade nella città asiatica con la più alta concentrazione di milionari, ma anche il più alto livello di disuguaglianza economica, pari a quella del Brasile e di Haiti.
L’afflusso di persone ricche provenienti dalla Cina continentale ha fatto salire alle stelle il costo degli alloggi, e ha reso la casa gabbia l’unica alternativa per i più poveri di Hong Kong.
Tutta la vita di una persona deve stare su ciò che somiglia ad un letto a castello, stipata alla meglio:
Per una gabbia di 1,5 metri quadrati bisogna pagare un affitto di circa 150 – 170 euro all’anno, mentre per un piccolo appartamento con una camera da letto occorre spendere 1600 euro al mese.
Spesso sono i più anziani ad essere i più colpiti dall’impossibilità di procurarsi un alloggio confortevole.
Edificio dopo edificio, piano dopo piano, camere che arrivano a contenere fino a 30 gabbie popolano le zone più povere della città. Le Nazioni Unite chiama queste condizioni “un insulto alla dignità umana”.
Il tempo medio di attesa per ottenere un alloggio popolare è di 5/7 anni, così molti si sono rassegnati a vivere nelle gabbie per un lungo periodo.
Le “case-gabbie” erano state inizialmente predisposte per gli uomini soli che arrivavano ad Hong Kong dalla Cina continentale negli anni ’50, ma la scarsità e l’alto costo degli alloggi ha obbligato molte altre persone ad adeguarsi a queste disumane condizioni di vita.
Dall’esterno, naturalmente, il dramma di questi esseri umani in gabbia è impercettibile.