Quando parliamo di musica classica ci vengono in mente nomi del calibro di Mozart, Beethoven, Rossini e Čajkovskij, artisti del passato che hanno in comune l’etnia caucasica e l’appartenenza al continente europeo. Per avere più diversità etnica dobbiamo aspettare gli anni ’40 del XX secolo, con personalità come Ella Fitzgerald, Ray Charles e Louis Armstrong, che si impongono sulla scena mondiale portando alla ribalta i canti degli schiavi delle piantagioni di cotone o la musica underground delle metropoli statunitensi.

A loro bisogna aggiungere un giovane compositore afroamericano che, agli inizi del Novecento, si è distinto per delle melodie influenzate dalla musica classica europea.
Il suo nome è Scott Joplin, il suo soprannome… Il re del Ragetime

Infanzia e formazione
Scott Joplin nasce a Texarkana, in Arkansas, in un periodo compreso fra il novembre 1868 e il gennaio 1869, da Giles Joplin, operaio delle ferrovie ed ex schiavo liberato dopo la Guerra di Secessione, e Florence Givins, una modesta donna delle pulizie. Si avvicina alla musica fin dall’infanzia su influsso dei genitori: il padre suona il violino; la madre canta e suona il banjo.

Pochi anni dopo la nascita del piccolo Scott, Giles abbandona la famiglia e va a vivere con un’altra donna. Florence si ritrova in condizione economiche ristrette e, quando si reca nelle case altrui per lavoro, porta sempre con sé il figlio, che ha il permesso di suonare il pianoforte. In molti si interessano al talento musicale di Scott e si offrono di dargli lezioni, ma la vera svolta arriva grazie a Julius Weiss, un ebreo tedesco emigrato negli Stati Uniti che apre a Scott le porte della musica europea e gli mostra la tecnica classica dei compositori tedeschi. Allievo e maestro sono due reietti della società- uno ha la pelle scura, l’altro è ebreo- una parità di condizione che gli permette di instaurare un solido e duraturo rapporto di amicizia.

A sedici anni, Scott forma un quartetto con cui inizia a esibirsi nei locali di Texarkana. Florence non è d’accordo- vuole che il figlio studi per avere una posizione rispettabile e contribuire all’economia di famiglia- ma il ragazzo va forte e, oltre a suonare il pianoforte, impartisce anche lezioni di canto e chitarra.

I primi brani
Spettacolo dopo spettacolo, Scott si rende conto che il sud non ha molte possibilità da offrirgli e se vuole sfondare nel mondo della musica, deve spostarsi nel nord degli Stati Uniti. Nel 1893 si reca a Chicago, dove è in corso la Mostra Internazionale e riesce a esibirsi nei locali della fiera.
Scott e la sua band scoprono così un nuovo genere musicale, il ragtime

Nel 1894, si trasferisce a Sedalia, una cittadina del Missouri, e trova alloggio presso la famiglia di Arthur Marshall, suo allievo e futuro compositore di ragtime. Per dieci anni non si hanno notizie di un suo insediamento stabile in città, perché Scott continua la sua carriera come musicista itinerante e viaggia da Syracuse al Texas, passando per New York, dove, per la prima volta, incide due composizioni, Please Say You Will e A Picture Of Her Face.

Nel 1896, esce Great Crush Collision March in occasione del disastro ferroviario pianificato della linea Missouri-Kansas-Texas, al quale, con molta probabilità, assiste in prima persona.

Si iscrive anche al George R. Smith College, ma tutta la documentazione relativa a questa esperienza è andata distrutta in seguito a un incendio del 1925, il che rende impossibile verificare delle voci di corridoio che lo vogliono studente di corsi come armonia avanzata e composizione.

I successi del ragtime
La svolta per il genere del ragtime avviene nel 1897, con la pubblicazione dello spartito di Mississippi Rag, di William Krell. Poco tempo dopo, Scott dà alla luce quello che per anni sarà il suo maggior successo, Maple Leaf Rag. Nello stesso periodo, firma il suo primo contratto discografico con il venditore di strumenti musicali John Stillwell Stark.

I biografi dell’epoca considerano Maple Leaf Rag il primo grande successo strumentale su spartito della musica americana. In realtà, gli studiosi hanno successivamente affermato che ciò non è possibile, perché ha avuto una tiratura limitata dovuta, probabilmente, a costi di produzione così alti da impedire, almeno per l’epoca, entrate economiche sostanziose. Fatto sta che Maple Leaf Rag è il brano che porta il ragtime al successo nazionale, ispirando i compositori successivi che cercheranno di imitarne lo stile, ma senza risultati. (successo)

Intanto, Scott si trasferisce a St Louis, dove compone alcuni dei suoi brani più famosi, e, nel 1901, convola a nozze con Belle Jones, dalla quale avrà una figlia morta poco dopo la nascita. Anche se St Louis è famosa per i locali e la musica dal vivo, Scott smette di esibirsi e si sparge la voce che sia a causa della sua mediocrità come pianista. In realtà, soffre di sifilide, patologia che ne compromette le abilità motorie.

Nel giugno del 1904, si sposa in seconde nozze con Freddie Alexander, ma, dopo dieci settimane, la moglie muore a causa di un brutto raffreddore. Per soffocare il dolore dalla perdita, Scott si butta a capofitto nel lavoro. Compone il valzer Bethena, considerato dai critici “un pezzo incantevole tra i più belli valzer del ragtime“, e un’opera da rappresentare a teatro, “A Guest Of Honour“.

Il declino e la morte
Nel 1907, si trasferisce a New York e conosce Lottie Stokes, la sua terza moglie, ma non trova nessuno disposto a finanziarlo e decide di farsi carico del fardello economico della sua nuova creazione, Treemonisha, che prende le distanze dalla musica commerciale e strizza l’occhio all’opera su larga scala europea.

Il progetto è ambizioso, ma servono soldi e, nella speranza di trovare qualcuno che lo aiuti economicamente, invita un ristretto pubblico di gente facoltosa ad assistere a una messa in scena rudimentale dell’opera. Scott si mette al pianoforte e suona, ma la serata è un disastro e quella che considera la sua opera più importante viene dimenticata prima ancora di andare in scena.

Con il sostegno della moglie, nel 1914 autofinanzia la pubblicazione del brano Magnetic Rag. Secondo alcuni biografi, Joplin si dedica giorno e notte alla composizione del brano, cercando di battere, almeno sul tempo, la sifilide che progredisce senza sosta.

Nel 1916, la malattia raggiunge il terzo e ultimo stadio e sfocia nella neurosifilide. L’anno successivo viene ricoverato al Manhattan State Hospital, dove muore nell’aprile 1917. Viene sepolto nel totale anonimato di una fossa comune del cimitero di New York.

La fama postuma
Durante i Ruggenti anni Venti, il ragtime tramonta in favore del jazz ed è solo a cavallo degli anni Sessanta e Settanta che la sua musica di Scott viene recuperata e rivalutata. La svolta arriva nel 1973, quando il produttore cinematografico George Roy Hill è al lavoro sul film La Stangata (The Sting, in originale) e si rivolge a diversi compositori per la colonna sonora della pellicola.

Il prescelto è Marvin Hamlisch, che accetta l’incarico e propone a Hill una riscrittura di The Entertainer, un pezzo di Scott degli anni Dieci. Anche se il film è ambientato negli anni Trenta, l’intuizione di Hamlisch è un successo e la pellicola riceve l’Oscar per la Miglior Colonna Sonora.

Scott ottiene il successo di pubblico che non è riuscito ad avere in vita e le sue opere escono dal ristretto cerchio degli intenditori per approdare nei teatri di tutto il mondo sotto le forme più disparate: dall’opera classica al balletto, passando per il musical.

Grazie a questa fama postuma, la salma del dimenticato re del ragtime viene tolta dalla fossa comune e riceve degna sepoltura al St Michael’s Cemetery.
