Sapete cosa abbiano in comune le due isole tidali di St Michael’s Mount in Cornovaglia e Mount Saint-Michel in Normandia, l’isolotto di Skellig Michael in Irlanda, la Sacra di San Michele in Val di Susa, il santuario di San Michele Arcangelo presso Foggia, il Monastero dell’isola di Symi, in Grecia, e il Monastero del Monte Carmelo in Israele?
La risposta è che sono tutti santuari dedicati all’arcangelo San Michele, il cui culto, di origine orientale, risale all’imperatore Costantino, che fece per primo erigere un maestoso santuario a Costantinopoli: il Micheleion.
1 – Il viaggio inizia da Skelling Island in Irlanda:
Fotografia di User:Gdr condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia:
Verso la fine del V secolo, il culto si diffuse rapidamente in tutta Europa a seguito della presunta apparizione dell’arcangelo Michele a San Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto, l’8 maggio del 490, e alla conseguente edificazione del già citato santuario di San Michele in Puglia, tempio che divenne meta, nel Medioevo, di un ininterrotto flusso di pellegrinaggio in partenza verso la Terrasanta.
2 – Sotto, Saint Michael’s Mount in Cornovaglia:
Sotto, Saint Michael’s Mount in Cornovaglia in una fotografia del 1900:
Io sono però in Cornovaglia in questo momento, in questo lembo estremo dell’Inghilterra sferzato dal vento, che si protende tra il Canale della Manica ed il Mar Celtico, un braccio di oceano Atlantico incuneato tra Irlanda e Gran Bretagna. La Cornovaglia è un luogo di paesaggi romantici, costellato di castelli e di villaggi di pescatori, di brughiera e di miniere in disuso.
Giungo a Marazion, un pittoresco borgo marinaro a sud-ovest della Cornovaglia, adagiato su di una baia, la Mount’s Bay, e la vista di St Michael’s Mount mi toglie il respiro: l’isolotto, meta del mio viaggio, è vicinissimo e si staglia, verdeggiante, contro un cielo insolitamente limpido, in una giornata di sole accecante, come di tanto in tanto accade a queste latitudini.
3 – Sotto, Mont Saint Michel in Francia:
Fotografia di Benh LIEU SONG condivisa con licenza CC BY-SA 2.0 via Wikipedia:
La baia che circonda l’isola si rivela calma e rassicurante solo per brevi istanti, ai miei occhi di turista innamorata della Cornovaglia, perché mi viene spiegato che dall’Ottocento in poi si sono registrati più di 150 naufragi in queste acque, che possono diventare inaspettatamente infide per i naviganti.
St Michael’s Mount, che nel dialetto locale è chiamato « Karrek Loos Yn Koos», che tradotto suona come «la grigia roccia nel bosco», era forse l’antica Ictis, il luogo in cui i mercanti convergevano per acquistare lo stagno estratto in Cornovaglia.
4 – Sacra San Michele in Val di Susa:
Sotto, la Sacra di San Michele che ispirò l’autore per l’ambientazione. Fotografia di Alessandro tratta da Flickr, condivisa con licenza CC BY-NC-ND 2.0:
Secondo la leggenda San Michele sarebbe apparso nel 495 a un gruppo di benedettini provenienti da Mont Saint-Michel in Normandia e così, quando Edoardo il Confessore fece dono dell’isola all’abate Bernard Le Bec nell’XI secolo, apparve naturale consacrare l’abbazia al miracoloso arcangelo. D’altronde, con l’omonima isola francese, St Michael’s Mount condivideva la natura tidale, la forma conica e l’essere l’ambìta meta di pellegrinaggio per più di tre secoli, finendo per diventare uno dei più importanti centri religiosi e culturali del Medioevo inglese.
5 – Basilica di San Michele in Monte Sant’Angelo:
Sotto, fotografia della Basilica di San Michele in Puglia. Fotografia di Nikater condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via Wikipedia:
Nel 1548 i monaci benedettini lasciarono definitivamente l’isola a seguito della soppressione dei monasteri in Inghilterra, ed essa fu trasformata in un avamposto militare, a difesa di eventuali attacchi spagnoli o francesi. Quando nel 1588 l’Invincibile Armada spagnola (che gli inglesi, con un certo disprezzo chiamano semplicemente «Spanish Armada», «Armata spagnola»), ovvero la flotta di Filippo II che mirava a punire l’avversaria inglese, fu avvistata sull’isola di St Michael’s Mount, fu acceso subito un faro per segnalare a Londra l’imminente arrivo delle navi nemiche, atto che fu replicato ovunque sulle coste meridionali del paese.
Nel 1650 St Michael’s Mount fu acquistata da Sir John St Aubyn per divenire una sontuosa dimora gentilizia, destinata a trasformarsi in un vero e proprio castello in epoca vittoriana, grazie all’opera dell’architetto Piers St Aubyn, appartenente alla medesima famiglia nobiliare che da secoli detiene il possesso dell’isola.
6 – il Monastero di San Michele a Symi:
Fotografia di npinikas condivisa con licenza CC BY-SA 3.0 via wikipedia:
La bassa marea è il momento in cui questo piccolo gioiello, altrimenti raggiungibile in barca, si riunisce alla terraferma, il momento ideale per respirare i profumi delle piante esotiche che prosperano nell’isola dal XVIII secolo. Questo delizioso lembo di terra dal nome poetico ha anche una posizione non casuale: fa parte, infatti, dei sette luoghi sacri dedicati all’arcangelo San Michele.
Curiosamente, tutti i luoghi, dall’isola di Skellig Michael, che è quella che è situata più a nord, al Monastero del Monte Carmelo, appaiono allineati su di una retta che, prolungata in linea d’aria, conduce idealmente a Gerusalemme
Questa misteriosa linea immaginaria secondo alcuni non rappresenterebbe altro che il colpo di spada con cui l’arcangelo San Michele respinse il demonio, relegandolo per sempre all’inferno.
7 – Sotto, il Monastero del Monte Carmelo ad Haifa, punto terminale della linea dell’Arcangelo:
La linea sacra dei luoghi di culto di San Michele, principe della milizia celeste, invocato contro Lucifero e gli spiriti maligni, sorge su una delle cosiddette «lay lines», ossia una delle linee rette che toccano dei punti particolari nel mondo, considerati emanatori di forti energie, di alto valore simbolico e di spiritualità sin da epoche molto antiche.
L’allineamento dei santuari, situati a una distanza simile tra loro tra loro, in perfetto allineamento con il tramonto del sole nel giorno del Solstizio d’estate, rimandano forse all’invito al viandante a seguire la strada della rettitudine morale e del rispetto delle regole divine.
Un invito forte e potente, a dispetto dei secoli, declinato a latitudini diverse, in modi diversi.