7 Cose che poteva fare una Principessa Medievale (e non avreste mai sospettato)

Le fiabe antiche raccontano di principesse confinate per anni in torri nell’attesa di qualche cavaliere in grado di salvarle, premio finale a corredo dell’eroica impresa della figura maschile della fiaba. La storia ci ha spesso insegnato che le ragazze erano, come lo erano i ragazzi, utili nel realizzare matrimoni vantaggiosi. In realtà la vita delle donne del medioevo era molto diversa da quella che lo stereotipo moderno ci ha fatto immaginare, e per capirlo è interessante ricostruire la vicenda di cinque figlie di Edoardo I (1239-1307) ed Eleonora di Castiglia (1241-1290), Regnanti d’Inghilterra dal 1272 fino alla morte.

Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:

Sotto, l’albero Genealogico di Edoardo I:

1 – Le principesse medievali potevano comandare un castello

Nel 1293, Eleonora d’Inghilterra, la figlia maggiore di Edoardo I, sposò Enrico III di Bar, il sovrano della piccola provincia di Bar nell’attuale Francia settentrionale. Quattro anni dopo, Enrico stava combattendo vicino a Lille quando fu catturato da forze francesi ostili e tenuto prigioniero a Parigi. Con il marito imprigionato, la responsabilità di proteggere la contea ricadde su Eleonora, che non si lasciò intimidire.

Sotto, Eleonora, dall’albero Genealogico di Edoardo I:

Come affermò la scrittrice del XIV secolo Christine de Pisan, una principessa dovrebbe “sapere come usare le armi … in modo che possa essere pronta a comandare i propri uomini in caso di necessità“. Eleanor ordinò agli uomini che restavano dell’esercito di Enrico di difendere il castello di Bar, e scrisse a suo padre e ad altri alleati per raccogliere fondi per il riscatto del marito, riuscendo a difendere l’eredità dei suoi figli piccoli.

30 anni prima, un’altra principessa di nome Eleonora mantenne le difese del castello di Dover contro suo fratello, il re Enrico III, durante i diversi mesi della rivolta guidata da suo marito, il barone ribelle Simon de Montfort. Dopo la decisiva battaglia di Evesham, in cui furono uccisi il marito e il primogenito di Eleanor, la principessa continuò a combattere, riuscendo a spedire i figli piccoli all’estero grazie alla posizione sulla costa della fortezza.

2 – Le principesse medievali potevano sposarsi per amore

Giovanna d’Acri, la seconda figlia divenuta adulta di Edoardo I, all’età di 18 anni sposò un uomo molto più anziano: Gilbert de Clare, era un ricco possidente 46-enne del regno di suo padre. Quando l’uomo morì, cinque anni dopo, la sua vedova si trovò in una posizione di vantaggio. Ancora giovane, fertile e madre di quattro figli, era in possesso di alcune delle proprietà più preziose d’Inghilterra. La principessa era una donna ricercatissima, e costituiva una sposa ambita da molti regnanti d’Europa.

Ma Giovanna, durante il matrimonio, si era follemente innamorata di un giovane senza possedimenti del seguito del marito defunto, lo scudiero Ralph de Monthermer. Decisa a non separarsi dall’amante, Giovanna  sposò Ralph in una cerimonia segreta, contravvenendo al voto di omaggio che doveva a suo padre (le ricche vedove che detenevano terre direttamente dal monarca avevano bisogno del permesso del re di risposarsi, poiché i loro nuovi mariti sarebbero risultati arricchiti e resi più potenti attraverso il controllo delle loro proprietà). Il re era livido per la rabbia, ma alla fine perdonò la figlia, che riuscì a mantenere le sue proprietà e le sue entrate a fianco dell’uomo che amava.

3 – Potevano leggere e scrivere

All’inizio del XIV secolo, Maria Plantageneta, la quarta figlia diventata adulta di Edoardo I, commissionò una storia del regno di suo padre. Questa venne scritta nel dialetto anglo-normanno francese che parlava Maria, un particolare che suggerisce che ella stessa volesse leggere il libro. Maria non era la sola a godere dei piaceri della lettura. Sebbene l’alfabetizzazione nell’Inghilterra medievale potesse significare facilità di lettura del latino (che quasi nessuno tranne sacerdoti, alcune suore e un piccolo numero di uomini e donne laici erano in grado di comprendere) a Maria e alle sue sorelle fu insegnato a leggere da loro madre, Eleonora di Castiglia.

Sotto, Maria Plantageneta con il velo da suora:

Sapevano abbastanza latino da recitare preghiere impegnative, avevano imparato a suonare e organizzavano dei gruppi di lettura con altre donne devote. Molto più rara della lettura era la capacità di scrittura (Carlo Magno, ad esempio, leggeva correttamente almeno 4 lingue ma era notoriamente incapace di scrivere). Questa differenza fra capacità di lettura e scrittura è legata alla difficoltà di reperire la pergamena, che sarà costosissima per lunghi secoli. Ad ogni modo, la sorella maggiore di Maria, Eleonora, praticava certamente la scrittura durante l’ultimo periodo della sua adolescenza.

4 – Le principesse medievali viaggiavano – costantemente

Intrighi e tragedie portarono Elisabetta Plantageneta, l’ultima delle figlie di Edoardo I, a rimanere vedova a soli 18 anni. La principessa si recò in Inghilterra dall’Olanda nell’estate del 1300. Nel disperato bisogno di rivedere suo padre, Elisabetta viaggiò dai Paesi Bassi a Londra e poi su a nord fino a Carlisle, dove lei e il re si riunirono. Questo viaggio, oggi fattibile in pochissimo tempo, richiese alla nobile ben due mesi, ma Elisabetta, al pari delle sue sorelle, era abituata alle lunghe distanze da anni di vita itinerante.

Sotto, Elisabetta Plantageneta:

La corte inglese del 1300 non era una formazione statica, ma in costante pellegrinaggio. Stazionava poco nei palazzi, e sembrava più un carrozzone ambulante anziché un fermo sistema di riferimento del potere. Il Re, la Regina e i loro figli si muovevano insieme a cavalieri, servitori e dame di compagnia in enormi convogli a cavallo e in carrozza. Spesso si fermavano una notte o due in castelli sparsi nel regno, in modo da mostrare ai sudditi la presenza della monarchia in tutto il paese.

5 – Potevano costruire castelli

Sotto, Margherita col marito Giovanni II Nella Grand Place di Bruxelles. Fotografia condivisa con licenza CC BY 3.0 via Wikipedia:

Non molto tempo dopo aver raggiunto la corte di suo marito a Bruxelles verso la fine del 1290, la terza figlia diventata adulta di Edoardo, Margherita Plantageneta, aveva necessità di costruire delle basi solide per un’esistenza serena. Suo marino Giovanni II, duca di Brabante, aveva una serie di amanti e una condotta allegra degli affari pubblici che minacciava la serenità della principessa d’Inghilterra. Margherita necessitava di un luogo dove sentirsi al sicuro, lontano dalle influenze delle amanti del marito. Nessuna delle case ducali era grande a sufficienza, e Margherita decise di costruire la propria residenza a Tervuren, in Belgio. Il castello fu costruito in modo tanto magnifico da divenire la residenza dei duchi di brabante fra il XIV e il XV secolo.

6 – Le principesse medievali potevano giocare d’azzardo

Nell’estate del 1306, Maria Plantageneta iniziò un pellegrinaggio pagato dal padre per raggiungere il santuario di Santa Maria a Walsingham. Nonostante la principessa fosse una monaca, ordinata tale all’età di sei anni, questo non era un viaggio di contemplazione ascetica. Nell’arco di solo un mese, mentre il convoglio si spostava da Northampton a Walsingham, Mary e le sue compagne furono intrattenute da menestrelli, mangiarono grandi portate di selvaggina e diedero diverse feste reali.

La spesa per questi divertimenti fu maggiore della somma necessaria a finanziare un cavaliere e il suo seguito per un anno

Durante quel viaggio di un mese Maria scrisse per ben 3 volte al padre chiedendogli ingenti somme di denaro. La monaca amava l’oro (e aveva grossi debiti nei confronti dei gioiellieri di Londra) ma il suo vizio principale era il gioco d’azzardo. Gli aristocratici medievali giocavano con gli scacchi e i dadi, e molti, fra cui Maria, si trovarono in difficoltà a pagare i propri debiti. Pochissimi però avevano a disposizione il forziere del regno d’Inghilterra.

7 – Potevano sfidare il re

Giovanna d’Acri non aveva mai avuto paura di suo padre. Da giovane litigava spesso con i funzionari di corte e chiese un maggior numero di servi quando seppe di averne meno delle sorelle (e di conseguenza sembrava meno importante). Da adulta si sposò contro i desideri di suo padre con lo scudiero del marito defunto (come spiegato al punto 2) e raramente gli ripagò i suoi ingenti debiti.

Ma il suo affronto più diretto all’autorità del re fu nel luglio del 1305, quando Edoardo I confiscò le proprietà e le entrate del proprio figlio (il sedicesimo), il futuro Edoardo II, per rimproverare il principe per il suo comportamento e per il suo ambiguo favoritismo nei confronti di Pietro Gaveston.

Giovanna spedì il proprio sigillo a suo fratello, ordinandogli di pagare tutto ciò che voleva

Edoardo II e Gaveston, dipinto di Marc Stone:

Il gesto costituì una sfida diretta a suo padre, e pochi regnanti avrebbero tollerato una tale insolenza da parte di una figlia femmina. Il Re Edoardo I era abituato al comportamento sopra le righe della figlia, e una volta che il Principe Edoardo fu castigato il sigillo venne semplicemente restituito alla sorella, senza che l’incidente fosse più menzionato. Edoardo II e Gaveston continuarono la loro pericolosa amicizia sino alla morte di quest’ultimo, ucciso dal rivale Tommaso Plantageneto. Ma questa è un’altra storia.

Matteo Rubboli

Sono un editore specializzato nella diffusione della cultura in formato digitale, fondatore di Vanilla Magazine. Non porto la cravatta o capi firmati, e tengo i capelli corti per non doverli pettinare. Non è colpa mia, mi hanno disegnato così...