5 Terrificanti Segreti Coca Cola

Coca Cola, insieme a McDonald e Nike, è probabilmente una delle multinazionali diventate il simbolo della globalizzazione mondiale. La sua storia comincia quasi 130 anni orsono ad Atlanta, grazie al farmacista John Pemperton, ma fu con Asa Candler, l’acquirente del composto, che divenne famosa in tutto il mondo. Da allora le sostanze di cui è fatta, alcune delle azioni intraprese dalla multinazionale per massimizzare i profitti e numerose accuse di tossicità sono state più volte avanzate nei confronti dell’azienda, che si difende a suon di eserciti di avvocati.

5. Cocaina

La Coca Cola nacque dagli esperimenti di John Pemperton che chiamò la propria invenzione “Pemperton’s French Wine”. La  bevanda era capace di indurre uno stato di euforia grazie alla presenza di alcool e cocaina al suo interno, un mix chiamato cocaetilene. La bevanda fu venduta al grande pubblico come uno stimolatore sessuale e calmante per il mal di testa, ma fu proibita nella città natale dell’inventore, Atlanta. Pemperton cambiò in seguito le sostanze originarie della Coca Cola, quando eliminò il vino e l’alcool ad esso annesso in luogo di un estratto delle noci di Cola. La cocaina rimase una delle sostanze della bibita fino al 1903, ma fu solo nel 1929 che la sostanza venne eliminata “quasi definitivamente”, perché, ancora oggi, è presente nella bevanda sotto forma di “Aroma 7X“.

4. Stepan

Se all’inizio la Coca Cola era una bevanda a base di vino e cocaina, con il tempo gli standard di sicurezza aumentarono, ma l’uso della cocaina non dimunì. Coca Cola company acquista ancora oggi da una società terza l’aroma #7, un derivato delle foglie prodotte legalmente in Perù. La Stepan è l’unica azienda autorizzata dagli Stati Uniti a importare e lavorare le foglie della cocaina, dalla quale, ufficialmente, vengono eliminate le sostanze psicotrope. L’unico cliente della Stepan per questo tipo di prodotto è la Coca Cola Company, che acquista l’intera produzione dell’aroma. Nel 2003 Stepan importò 175.000 chilogrammi di foglie di cocaina, sufficienti a produrre cocaina pura per oltre 200 milioni di dollari. I sospetti riguardo le attività della Stepan e di Coca Cola Company sono moltissimi, e forse non del tutto infondati.

3. Colombia

Colombia-coca-cola

Nel 2001 fu aperto un processo contro Coca Cola per le sue persecuzioni, mediante organi para-militari, nei confronti dei leader del sindacato colombiano Sinaltrainal. L’accusa ipotizzò che Coca Cola avesse assunto gli uomini del United Self Defence Forces of Colombia per uccidere 9 membri dei sindacati. Il processo fu sciolto nel 2005 perché gli impianti di imbottigliamento colombiani non appartenevano direttamente a Coca Cola ma ad una sussidiaria, ma le accuse non furono mai smentite.

2. Fanta

Fanta-Germania

Nel 1939 gli impianti tedeschi di imbottigliamento della Coca Cola erano quelli maggiormente attivi, con 43 stabilimenti sparsi per tutta la Germania. Per eludere l’embargo di prodotti statunitensi dovuti alla seconda guerra mondiale, Max Keith, l’amministratore di Coca Cola in Germania, inventò un nuovo prodotto fatto soltanto con sostanze reperibili nello stato europeo, che comprendeva sansa, derivati del formaggio e scarti della produzione di mele pressate. Questo nuovo prodotto venne chiamato Fanta da un’abbreviazione della parola tedesca che indica “Fantastico” (fantastisch). Ufficialmente Coca Cola non fu mai affiliata al partito nazista, ma i profitti della produzione di questa bevanda andarono all’azienda statunitense alla fine della guerra. Sono in moltissimi però ad ipotizzare una connessione rilevante fra l’operatività di queste fabbriche, i profitti dal queste generate e il partito nazista.

1. Morire di Coca Cola

Natasha Harris era una ragazza trentunenne neozelandese, la cui dipendenza dalla bevanda gassata la portò ad ingerire quasi 10 litri al giorno di Coca Cola. Il coroner descrisse la Coca Cola come “un fattore fondamentale per la sua morte”, visto che venne calcolato che le faceva assimilare quasi 1 Kg di zucchero al giorno e 1 grammo di caffeina, due fattori che le causarono un’aritmia cardiaca mortale.

Matteo Rubboli

Sono un editore specializzato nella diffusione della cultura in formato digitale, fondatore di Vanilla Magazine. Non porto la cravatta o capi firmati, e tengo i capelli corti per non doverli pettinare. Non è colpa mia, mi hanno disegnato così...