5 Bizzarre terapie usate in antichità per curare i Disturbi Mentali

Le malattie mentali sono al giorno d’oggi curate con farmaci e terapie psichiatriche, che molto spesso ottengono ottimi risultati, anche in presenza di condizioni croniche. In passato, tutte le persone affette da un qualunque disagio psichico venivano considerate semplicemente “pazze”, e questo fin dai tempi più antichi. Molti furono i metodi usati per cercare di curare gli ammalati, dalle purghe alla trapanazione, fino ai rituali religiosi.

Trapanazione

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La reale diffusione delle malattie mentali nell’antichità è praticamente sconosciuta, ma pare accertato che già all’inizio del neolitico i nostri progenitori fossero in grado di riconoscere i disturbi di tipo psichico, considerati la manifestazione di forze esterne alla persona, come le divinità. La trapanazione è stata usata in tutto il mondo, anche se con tecniche diverse: con un coltello di pietra si tagliava una porzione rotonda del cranio, che poi veniva asportata; oppure si praticavano tanti piccoli fori accostati, fino a formare un cerchio, quindi bastava eseguire un taglio tra un foro e l’altro per aprire la calotta cranica, senza danneggiare la membrana che protegge il cervello.

La trapanazione è stata usata per trattare qualsiasi tipo di disturbo mentale, dall’epilessia alla malinconia, con l’intento di liberare il paziente dagli spiriti maligni che lo tormentavano. Talvolta il pezzo di cranio asportato veniva dato al malato, o alla sua famiglia, come talismano. Anche se può apparire sorprendente, questa pratica fu usata fino al 18° secolo, quando fu abbandonata per l’alto tasso di mortalità dei pazienti, circa il 25%.

Esorcismo

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Fin dal 3000 aC. anche babilonesi ed egiziani consideravano preda dei demoni le persone considerate mentalmente instabili, ma anziché trapanare loro il cranio per far uscire le presenze maligne, effettuavano esorcismi: in Mesopotamia i sacerdoti ricorrevano a pratiche religiose per liberare il malato dagli spiriti. Ma fu nel medioevo cristiano che si delineò meglio la tecnica per guarire un paziente “indemoniato”.

Inizialmente il prete che effettuava l’esorcismo cercava di convincere il demone ad uscire fuori, e se questo non era sufficiente lo insultava. Se neppure questo rituale produceva il risultato sperato, allora il malato veniva sottoposto a trattamenti che lo mettessero in uno stato di disagio fisico, come farlo immergere in acqua molto calda, o fargli inalare vapori di zolfo, così il demone non avrebbe più voluto rimanere dentro al suo corpo.

Terapia artistica

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Non tutte le terapie utilizzate nel passato erano così radicali, anzi: alcune di esse si avvicinano sorprendentemente a moderne tecniche di cura utilizzate oggi. Gli antichi Egizi, per esempio, consigliavano di dedicarsi alla pittura o alla danza, o di partecipare a concerti, per alleviare i sintomi di una malattia mentale. Anche tra gli Assiri e i Babilonesi, come nei paesi del Mediterraneo, la musica fu utilizzata per curare le persone affette da disagio psichico, perché ritenuta capace di suscitare forti emozioni.

Durante il Rinascimento gli artisti erano considerati immuni dalle malattie mentali, perché l’arte era considerata come una valvola di sfogo che permetteva di liberarsi da quegli elementi nocivi che avrebbero potuto condurre alla follia. Durante la Rivoluzione Industriale alcuni pazienti psichiatrici furono sottoposti alla “moral therapy”, che li vedeva impegnati in attività artistiche, solitamente in località di campagna.

Salasso

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Gli antichi egizi non curavano le malattie mentali solo con l’arte, usavano anche fare i salassi, tecnica ripresa da Greci, Romani, Arabi, Asiatici, per poi essere utilizzata in tutta Europa, soprattutto nel 19° secolo. Secondo i Greci, sbarazzarsi del “cattivo sangue” serviva a mantenere in equilibrio i “quattro umori”, teoria condivisa da molti altri popoli.

Per operare il dissanguamento il medico incideva con un piccolo coltellino la vena cubitale mediana, all’altezza del gomito, oppure applicava delle sanguisughe, che sappiamo essere utili per alcune malattie della pelle e muscolo-scheletriche, ma certamente non per quelle mentali.

Purghe

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Seguendo grossomodo lo stesso concetto del salasso, i medici dell’antichità pensavano di poter curare la malattia mentale, la cui causa risiedeva dentro il corpo del paziente, facendola espellere con il vomito o purgando il malato.

Gli antichi greci usavano l’elleboro nero per indurre il vomito, mentre gli americani utilizzavano il tabacco; gli arabi preparavano un intruglio lassativo fatto con rabarbaro e senna, rimedi usati allo scopo di liberare le persone dalla malinconia, ottenendo probabilmente l’effetto contrario.

Annalisa Lo Monaco

Lettrice compulsiva e blogger “per caso”: ho iniziato a scrivere di fatti che da sempre mi appassionano quasi per scommessa, per trasmettere una sana curiosità verso tempi, luoghi, persone e vicende lontane (e non) che possono avere molto da insegnare.