Molti di noi sono abituati a vedere le fotografie storiche in bianco e nero a causa della diffusione delle pellicole monocromatiche durante i primi anni della tecnica fotografica. Le immagini a colori, però, furono quasi contestuali all’invenzione stessa della fotografia, e fu soltanto la difficoltà di realizzazione dei supporti in grado di riprendere le diverse cromie a cambiare durante il corso degli anni, rendendo via via più comune il diffondersi delle fotografie a colori.
La tecnica maggiormente utilizzata durante i primi anni del ‘900 fu l’Autocromia, inventata, prodotta e venduta dai fratelli Lumière, e le lastre autocromatiche furono largamente utilizzate durante il periodo che va dal 1907 al 1935, fino all’invenzione dei rullini Kodachrome.
Parigi a colori
Il banchiere e intellettuale francese Albert Kahn decise, durante il 1909, di realizzare un archivio fotografico a colori su scala mondiale, una testimonianza che si è rivelata di fondamentale importanza per conoscere l’aspetto del mondo durante quel preciso momento storico. Di questa serie rimane famosissima la fotografia della donna sepolta viva nel deserto della Mongolia.
Finanziando personalmente una spedizione di quattro fotografi in 50 paesi del globo, furono realizzati migliaia di scatti, che ci raccontano le città dei quattro angoli del pianeta in un modo assai differente rispetto alle immagini che siamo soliti associare al periodo antecedente la Prima guerra mondiale.
Una delle città che Kahn fece immortalare fu (ovviamente) Parigi, della quale rimangono numerosi scatti che raffigurano la Torre Eiffel, gli Champs-Élysées e il Moulin Rouge, ma anche i sobborghi e le vie meno conosciute, mostrandoci una città che, oggi, non esiste più.
Le fotografie di Leon Gimpel, Stephane Passet, Georges Chevalier e Auguste Leon risalgono al 1914, quindi hanno ormai un secolo, ed evidenziano come la capitale francese fosse assai più rurale e meno affollata di come appare oggi. Nel 1986, al banchiere fu dedicato un museo, il Musée Albert-Kahn, che raccoglie anche la collezione fotografica commissionata dal filantropo francese.
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