Un grande oggetto non identificato guidato da un’apparente intelligenza biologica è stato appena avvistato all’interno del sistema solare. Il mondo è in allarme: tra chi si prepara all’apocalisse e chi festeggia. Queste domande sono tornate di attualità in seguito all’avvistamento di Oumuamua, l’asteroide a “sigaro” che ha appena lasciato il sistema solare. Si trattava del primo oggetto interstellare osservato nel nostro sistema solare, la particolarità della traiettoria e l’assenza di “coda” (non è una cometa) ha portato anche alcuni esponenti della comunità scientifica a ipotizzare la sua natura artificiale. Ma se davvero ci trovassimo di fronte a questo scenario quali sarebbero le domande che saremmo costretti a porci? Alcune risposte le abbiamo già.
Sotto, l’asteroide appena avvistato:
La Provenienza:
Sappiamo che la vita si è stabilita sulla Terra più o meno 3 miliardi e mezzo di anni fa, ma non è detto che la sua provenienza sia terrestre. Secondo la teoria della panspermia la vita potrebbe essere arrivata sulla Terra all’interno di un meteorite, proveniente magari da un pianeta extrasolare dove quella vita si era già sviluppata. Le ricerche dei pianeti extrasolari che potrebbero ospitare la vita si concentrano nell’osservazione della cosiddetta zona Goldilocks – Riccioli d’Oro. Il termine Goldilocks trae ispirazione dalla storia di Riccioli D’Oro e i Tre Orsi; la bambina protagonista della fiaba, assaggiando il latte, pronunciò le celebri parole: “non è né caldo né freddo ma al punto giusto“. I pianeti “al punto giusto” sappiamo che sono difficili da trovare, ma sappiamo anche che sono molti. Anzi, secondo l’equazione di Frank Drake, sono migliaia soltanto nella nostra galassia. È proprio da uno di questi pianeti che potrebbero provenire i nostri visitatori.
Il Grado Evolutivo
Secondo la scala di Kardašëv, che misura il grado di avanzamento delle civiltà dalle loro potenzialità energetiche, noi terrestri siamo a livello zero, ovvero siamo appena in grado di sfruttare in maniera parziale l’energia presente sul nostro stesso pianeta. La civiltà umana, insomma, tutt’ora trae la propria energia da piante fossili vissute milioni di anni fa, cosa che la rende piuttosto ridicola di fronte a potenziali “competitors galattici”, forse così evoluti da possedere una tecnologia per noi quasi indistinguibile dalle leggi naturali. Solo la Via Lattea, che ha 10 miliardi di anni, può avere visto apparire e scomparire molte specie e ciò ci porta a credere che solo lo 0,1% di coloro che si sono succeduti nel corso della storia esistano ancor oggi nei loro pianeti d’origine. Ma ciò non significa che non possano essere migrati, oppure che le loro trasmissioni siano ancora “on air” nell’universo. E se sono emigrati come hanno fatto?
Francis Crick, uno dei tre scopritori della struttura della molecola del DNA , aveva ipotizzato come degli esseri avanzati provenienti da altri mondi potessero diffondere la vita nella galassia inserendola dentro a un vettore spaziale spedito verso pianeti remoti. Qualunque razza nella galassia avesse i mezzi e la volontà per compiere una simile impresa “darwiniana” sarebbe l’unica a perpetuare la propria specie salvandola dall’estinzione. Ecco dunque la seconda risposta, che ha a che fare con l’intenzionalità: i visitatori potrebbero essere probabilmente rappresentanti di civiltà con una tecnologia per emigrare e non semplici curiosi persi in un interminabile viaggio cosmico.
L’Aspetto dei Visitatori:
La prima possibilità, suggerita dalla provenienza di pianeti in zona Goldilocks, potrebbe essere meno complessa di quello che si crede: la Terra, per un alieno, ha un’unica cosa che può far gola: la biosfera. È la biosfera ad essere la peculiarità più rara del nostro pianeta e se è questo che cercano gli alieni non è detto che essi siano strane creature insetti-formi ma, più probabilmente, saranno esseri evoluti in un habitat le cui caratteristiche alla vita si potrebbero essere sviluppate con fenotipi non dissimili ai nostri.
Un’altra ipotesi potrebbe vedere associare i vantaggi dei macchinari a sistemi biologici, una fusione tra organico e meccanico. Non è il copione di Terminator ma un processo già in atto, anche sulla Terra. Una civiltà così evoluta da riuscire a raggiungerci potrebbe farlo attraverso entità ibride, o la nave madre potrebbe essere essa stessa una forma di intelligenza “meccanica”.
Un’altra ipotesi ancora è quella che gli alieni si presentino sotto forma di un virus che si possa legare al nostro DNA: cellule arrivate dallo spazio che interagiscano con le nostre. Le conseguenze? Un’occupazione senza motivi apparenti e un’invasione senza spargimenti di sangue. I virus non sono di per sé vivi, ma lo diventano quando entrano in simbiosi con una cellula. Una volta inglobati in una cellula la costringono a replicare se stessi. Per poter infettare la cellula devono “ingannare” la cellula stessa per replicare il proprio materiale genetico. È possibile che ci voglia molto tempo perché i cambiamenti nella nostra razza si possano manifestare, ma ciò potrebbe avvenire in qualche generazione, con mutazioni percepibili solo dopo centinaia o migliaia di anni. C’è chi pensa che la rivoluzione nell’intelligenza che ha reso l’uomo diverso, ad esempio, dai delfini o dalle scimmie, possa essere avvenuta grazie ad una malattia
Un DNA che è stato inglobato nel nostro genoma grazie ad un virus
Un buon 8% del genoma umano è infatti è stato recapitato da virus che molto tempo fa hanno copiato il proprio codice genetico nel nostro lasciandosi dietro delle tracce e delle informazioni. Un virus alieno potrebbe non solo essere già alla base dell’evoluzione ma anche di un’eventuale colonizzazione. E se invece di una colonizzazione stessimo per assistere a un ricongiungimento? Ecco la terza risposta: gli alieni che avremo davanti non saranno tanto diversi da noi.
Comunicare con loro:
Come comunicare con civiltà immensamente avanti alla nostra, anche miliardi di anni? Bel problema, forse il maggiore.
La matematica, appunto, potrebbe rappresentare l’unica possibilità in tal senso: i numeri sono costanti universali e la via maestra per comprendere non solo cosa ci circonda ma anche chi.
L’Ipotesi Extraterrestre “ETH” ci dice che la Terra è attualmente all’interno del Cosiddetto “Zoo Cosmico” dove civiltà immensamente più avanzate ci osservano senza interferire. La comunicazione classica, come la intendiamo comunemente, non avrebbe senso. Se lo scopo dei visitatori fosse la colonizzazione, dopo un periodo di osservazione ci dovrebbe essere giocoforza un contatto. Forse le entità che abbiamo davanti comunicheranno con noi attraverso i numeri, o – chissà – magari con la musica, come nel film “Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo”, il cui copione era ispirato proprio dalle risposte a questi interrogativi. Ecco la quarta e ultima risposta:
La comunicazione arriverà dai visitatori, in una forma non convenzionale, ma comprensibile al nostro grado evolutivo
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