Quando era ancora un ragazzino, Claude Monet, amato dagli amici per il suo senso dell’umorismo, si dilettava a fare caricature di persone in vista della sua città, Le Havre.
Il pittore era nato a Parigi nel 1840, ma la sua famiglia si era trasferita in Normandia quando Claude aveva cinque anni. I paesaggi della Normandia, la natura e il mare di quella meravigliosa regione francese, l’infanzia libera all’aria aperta, costituiranno una base fondamentale per l’ispirazione artistica di Monet. A scuola era uno studente svogliato, appassionato a una sola materia, il disegno.
Iniziò a guadagnare qualcosa, negli anni delle scuole superiori, vendendo le sue caricature, che tanto divertivano gli abitanti di Le Havre. Poi, ci fu un incontro fondamentale per la futura carriera artistica di Monet: conobbe un pittore di poca fama, Eugene Boudin, che riconobbe nel ragazzo delle grandi doti da pittore, ancora tutte da affinare. Anche se l’indisciplinato Monet non amava prendere lezioni, da Boudin imparò a “comprendere” la natura, e ad amare la pittura “en plein air”.
Nel 1859 Monet fece il passo inevitabile per ogni artista di quegli anni: andò a Parigi dove, malgrado le difficoltà economiche, riuscì a frequentare l’Academie Suisse, una scuola privata aperta alle nuove tendenze artistiche.
Poi ci fu la parentesi algerina, per il servizio militare, che Monet definì “un periodo genuinamente meraviglioso”, durante il quale sentì ancora più forte lo stimolo artistico: “Pensavo solo a dipingere, tanto m’inebriava quello stupendo paese”.
Al suo ritorno in Francia, l’incontro con artisti come Sisley, Renoir e Bazille contribuì all’evoluzione artistica di Monet, con l’esperienza della pittura en plein air nella foresta di Fontainebleau.
Furono anni difficili, durante i quali non si mangiava tutti i giorni (come ebbe a dire Renoir) ma densi di attività e di sperimentazione.
Nel 1874 Monet espose, in una mostra organizzata con altri artisti (tra i quali Degas, Cezanne, Pissarro Renoir, Sisley), il suo dipinto “Impressione, levar del sole”:
Era nato l’Impressionismo
Poi ci furono anni tormentati, per la perdita della moglie ancora giovane, per le difficoltà economiche e per l’allontanamento artistico dei vari pittori che avevano dato vita all’impressionismo.
Nel 1883 Monet, che aveva acquisito finalmente stabilità economica, trovò il suo luogo dell’anima, Giverny, un villaggio nella campagna di Normandia dove la luce, protagonista assoluta del suo lavoro, era “unica”.
In quel bucolico ritiro, Monet creò il suo rifugio: un giardino, o meglio un parco, che divenne il soggetto preferito dei suoi quadri.
Lì coltivava iris, papaveri, rose, peonie, tulipani e soprattutto ninfee, quei delicati fiori acquatici che l’artista dipinse in modo così poetico, come “fiori sbocciati in cielo”, secondo la definizione di Marcel Proust.
Monet rimase a Giverny per quarant’anni: morì lì, nel 1926, quando ormai i colori e la luce erano per lui, operato di cataratta a 82 anni, diventati opachi e senza profondità.
Si riconobbe “il solo merito di aver dipinto direttamente di fronte alla natura, cercando di rendere le mie impressioni davanti agli effetti più fuggevoli.”
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