Tutti conoscono, anche solo per averle viste in trasmissioni televisive o in fotografia, le più importanti città “perdute” nel mondo; le antiche rovine vengono immediatamente alla mente quando si sentono nomi come Pompei, Petra, e Angkor Wat: sono destinazioni turistiche e importanti siti archeologici, visitati da milioni di persone. Ma ci sono, naturalmente, molte, molte più “città perdute” in tutto il mondo. Queste reliquie di pietra risalgono, a volte, a migliaia di anni fa, e sono sorprendenti, non solo per il loro stato di conservazione, ma anche per la loro somiglianza alle città moderne. Forse, di alcune di queste 20 città, non avete mai sentito parlare…
Ciudad Perdida
Immagine via Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0
Il suo nome attuale si traduce appunto in “Citta Perduta”, ma queste misteriose rovine, che si trovano in Colombia, nella Sierra Nevada, sono anche conosciute come Teyuna, che è il nome dato dagli indigeni, e Buritaca, il nome del fiume che scorre nei pressi. Fondata nell’800 d.C., è più antica della città Inca di Machu Picchu di circa 650 anni. Fu riscoperta nel 1972, da cercatori di antichi tesori, che vendettero alcuni preziosi manufatti sul mercato nero, e nel 1975 la sua esistenza venne rivelata al pubblico dalle autorità locali. Sembra che sia stata la città principale di una rete di villaggi costruiti dal popolo nativo dei Tairona. È formata da una serie di terrazze ricavate su un lato della montagna, e da un reticolo di strade tegolate e piazze circolari, e potrebbe aver ospitato fino ad 8.000 abitanti.
Skara Brae
Immagine di John Burka via Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0
Sulla più grande delle isole Orcadi in Scozia, c’è l‘insediamento neolitico di Skara Brae, il più completo di tutta l’Europa. Esso precede sia le Grandi Piramidi in Egitto sia Stonehenge in Inghilterra. E’ rimasto sepolto per migliaia di anni, fino a quando una violenta tempesta ha portato alla luce le abitazioni in pietra, nel 1850. Skara Brae è stata occupata circa dal 3180 al 2500 aC, fino a quando il clima, sempre più freddo, ha costretto gli abitanti ad abbandonarla.
Caral
Immagine di Percy Meza via Wikivoyage – licenza CC BY 3.0
In questa foto, la città di Caral sembra nulla più che una continuazione dell’arido paesaggio peruviano. Ma questi sono in realtà i resti di una delle più grandi città del popolo Norte Chico. E’ considerato uno dei più antichi centri urbani delle Americhe, abitata tra il 3000 e il 2000 a.C., e potrebbe essere aver accolto circa 3.000 abitanti.
Taxila
Immagine via Wikipedia – licenza CC BY-SA 1.0
Taxila, che si trova nel nord-ovest del Pakistan, è passata attraverso un vertiginoso numero di cambiamenti culturali. Si tratta di una antichissima città, appartenente al Regno di Gandhara, che prosperò tra il IV e il I secolo a.C. Fu conquistata per la prima volta dal re persiano Dario il Grande, nel 518 aC. Circa 200 anni dopo, divenne una città greca ellenistica, sotto un’altro “Grande”, Alessandro. Fu conquistata poi molte altre volte da popoli diversi, fino a diventare un centro buddista, e secondo la leggenda, fu visitata anche dall’apostolo Tommaso nel I secolo. La città rimase sempre importante, perché punto di snodo di tre importanti rotte commerciali. Taxila fu infine distrutta dagli Unni nel V secolo. Le rovine della città comprendono templi indù, buddisti, e greci, che ricordano il grande ed eterogeneo patrimonio del sito.
Timgad
Fonte immagine: PhR61 via Wikivoyage – licenza CC BY 2.0
Questa colonia romana in Algeria fu fondata dall’imperatore Traiano nel 100 d.C., in onore dei suoi genitori e della sorella maggiore. Ormai ci sono solo rovine, ma è ancora possibile vedere la caratteristica griglia usata dai Romani per costruire le loro città, che viene utilizzata ancora oggi. Timgad visse 400 anni di tranquillità, prima di essere saccheggiata da Vandali e Berberi, e quindi abbandonata, lentamente inghiottita dalla sabbia, fino a quando non fu riscoperta nel 1881.
Mohenjo-daro
Immagine di Saqib Qayyun via Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0
Si potrebbe parlare di questa città, nella Valle dell’Indo, in Pakistan, come di uno dei primi centri urbani di tutto il mondo, risalente all’età del bronzo. Fu costruita circa nel 2600 a.C., e fiorì per circa 600 anni, prima di essere abbandonata, e poi riscoperta solo nel 1922. Molti manufatti rendono testimonianza di questa antica civiltà, ma la scrittura di questo popolo non è ancora stata decifrata. Mohenjo-daro, che significa “il monte dei morti”, è un nome moderno; il suo vero nome probabilmente era “Kukkutarma.”
Great Zimbabwe
Immagine di pubblico dominio via Wikimedia Commons
Lo Zimbabwe porta questo nome per i complessi di rovine di pietra che si trovano in tutto il paese, che sono appunto chiamati anche “Zimbabwes”. Il più grande di questi è il Great Zimbabwe, che fu costruito nel 1200 dal popolo nativo dei Bantu. La città ha continuato a crescere per circa 300 anni, quando raggiunse il picco, con una popolazione di 18.000 abitanti. Poi iniziò il declino, forse a causa di una carestia, o di instabilità politica, o per mancanza d’acqua.
Hatra
Immagine di pubblico dominio via Wikipedia
Hatra, in Iraq, è stata la capitale del primo regno arabo. Le sue spesse, alte mura hanno aiutato a respingere anche i Romani. Essa fiorì come centro commerciale e religioso sotto i Parti, ma alla fine fu distrutta dall’invasione dei sassanidi persiani. L’architettura della città riflette influenze orientali, greche e romane. Attualmente, l’antica città corre il rischio di essere demolita dallo Stato Islamico, che ha già distrutto alcune statue e parti delle facciate degli edifici.
Sanchi
Immagine trasmessa via Wikipedia – licenza CC BY-SA 2.0
Sanchi, un sito indiano costituito da edifici religiosi buddisti, fu costruita nel corso di più di mille anni, a partire dal III secolo a.C., fino al 1200. Fu abbandonata nel 1300, con il declino del buddismo in India, e quindi invasa dalla giungla. Nel 1818 fu riscoperta da un ufficiale britannico, ma solo nel 1881 si iniziò a restaurala.
Hattusa
Immagine di Bernard Gagnon via Wikipedia – licenza CC BY-SA
Hattusa divenne la capitale dell’impero ittita in quella che è oggi la Turchia, nel 17° secolo a.C. Circa 600 anni dopo, con la caduta dell’impero ittita, fu distrutta, insieme a molti altri insediamenti dell’età del bronzo, nelle regioni del Mediterraneo orientale. Nel suo periodo di maggior fioritura, la città ebbe un numero di abitanti compreso tra i 20.000 e i 40.000. Il sito fu comunque occupato, anche dopo il crollo della città, da diverse popolazioni, e ancora oggi, in un villaggio chiamato Boğazkale, ai piedi dell’antica capitale, vive una popolazione di origine turkmena.
Chan Chan
Immagine di Luis Padilla via Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0
Chan Chan ha l’onore di essere la più grande città precolombiana del Sud America e si trova in Perù. Fu costruita dal popolo Chimu circa nell’850 d.C., e rimase popolata fino a quando fu conquistata dall’Impero Inca, nel 1470. Si stima che la città potesse ospitare circa 30.000 abitanti.
Sukhothai
Fonte immagine: Mikel Lizarralde via Flickr -licenza CC BY-SA 2.0
“Sukhothai”, letteralmente “alba della felicità”, è un enorme complesso di templi e antichi palazzi, che fu la capitale del primo regno indipendente della Thailandia: il Regno di Sukhothai, che fiorì per circa 140 anni, tra il 1238 e il 1378. Nelle vicinanze c’è una città moderna, New Sukhothai, che supporta il grande numero di turisti che visitano il parco archeologico.
Mesa Verde
Fonte immagine: Rationalobserver via Wikipedia – licenza CC BY-SA 4.0
Mesa Verde, in Colorado, è stata la patria di molte generazioni di persone, gli antichi Popoli Ancestrali, chiamati anche Anasazi, che hanno vissute in villaggi costruiti nelle rientranze della roccia, conosciuti anche come cliff-dwelings. Nel corso del tempo, la loro costruzione si sviluppò al punto che una singola casa poteva contare 150 camere. Oltre che per la loro architettura, gli Anasazi sono noti anche per la loro misteriosa scomparsa, avvenuta attorno al 1300, dopo poche centinaia di anni di civiltà. Le antiche abitazioni furono abbandonate per motivi ancora sconosciuti, e riscoperte nel 16° secolo dai Navajo, che diedero il nome di Anasazi al popolo che aveva vissuto prima di loro in quella regione.
Kunya-Urgench
Immagine di Doron via Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0
Questa antica città, in quello che oggi è il Turkmenistan, era una volta la capitale del Regno di Corasmia, ma la sua fondazione potrebbe risalire forse anche agli achemenidi; fu un importante centro commerciale dal 10° al 14° secolo, e si risollevò anche dopo uno dei massacri più sanguinosi della storia, quando fu invasa e distrutta, nel 1221, da Ghengis Khan e il suo esercito. Tuttavia, quando il vicino fiume Amu-Darya improvvisamente cambiò rotta, il commercio diminuì e la città fu abbandonata, nel 1500. La moderna città di Urgench è oggi in Uzbekistan, appena oltre il confine.
Vijayanagara
Immagine di Dineshkannambadi via Wikimedia Commons – licenza CC BY-SA 3.0
Intorno al 1500, Vijaynagar, in India, contava circa 500.000 abitanti, ed era la seconda città più grande del mondo, dopo Pechino, e quasi tre volte più estesa di Parigi. Durante il culmine della potenza dell’Impero Vijayanagar, tra 14° e il 16° secolo, la città fiorì, ma era spesso in conflitto con i vicini regni musulmani del Deccan. Alla fine, nel 1565, la città fu invasa, i suoi templi distrutti, e la sua gente massacrata. L’Impero Vijayanagar continuò comunque ad esistere, ma la città non fu mai ricostruita, né popolata.
Calakmul
Immagine di Pete Fordham via Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0
Tikal, in Guatemala, è una delle antiche città maya più conosciute, e rivaleggiava con la città di Calakmul, in Messico. La lotta per il potere tra le due città viene di solito considerata come una battaglia tra le due superpotenze della civiltà Maya, che era suddivisa in piccoli regni. Calakmul trionfò, grazie anche ad una rete di alleati, e divenne per breve tempo la capitale di un fragile impero Maya, ma Tikal ebbe la sua riscossa in una grande battaglia, nel 695. Nessuna delle due città sopravvisse all’inevitabile collasso della cultura Maya, a seguito della conquista spagnola, ed entrambe le città furono abbandonate.
Ctesifonte
Immagine di pubblico dominio
Ctesifonte, che fu capitale sia dell’impero dei Parti sia di quello dei Sassanidi, si trova sul fiume Tigri, in Iraq. E’ stata anche la città più popolosa del mondo, tra il 570 e il 637. Degli antichi splendori rimangono i resti di una enorme volta a botte, nella sala del Taq Kasra, o palazzo di Cosroe. E’ forse la più grande volta non supportata di tutto il mondo, ancora oggi.
Hvalsey
Immagine di pubblico dominio
Hvalsey non era una “città”, secondo gli standard comuni, ma era il più grande dei tre insediamenti vichinghi in Groenlandia, risalente circa al 985 d.C.; raggiunse i 4.000 abitanti, al suo apice, ma dopo che uno degli altri insediamenti crollò, anche questo sito cominciò a declinare. L’ultimo evento registrato ad Hvalsey fu un matrimonio, nel 1408, ma subito dopo il luogo divenne disabitato: tutti gli abitanti di origine europea, circa 500 persone, sparirono misteriosamente.
Ani
Fonte immagine: ggia via Wikipedia – licenza CC BY-SA 3.0
Nella provincia turca di Kars, al confine con l’Armenia, ci sono le rovine della splendida città di Ani, che durante il medioevo fu capitale del regno armeno. Chiamata “la città delle 1.001 chiese”, era famosa per lo splendore e la ricchezza dei suo edifici, e ciò che rimane oggi mostra una varietà incredibile di architettura medievale. Fiorì fino al 1200, con una popolazione di circa 200.000 persone, ma la combinazione di un terremoto, un’invasione mongola, e lo spostamento delle rotte commerciali, causò il suo declino.
Tiwanaku
Immagine di pubblico dominio
Tiwanaku era la capitale di un impero sudamericano, che si sviluppò dal 300 al 1000 d.C. Si trova in Bolivia, ed è nota per la sua architettura di pietra sorprendentemente precisa, così come per predilezione del suo popolo per i sacrifici umani. La città fu abbandonata circa nel 1100, ancora prima della conquista della Bolivia da parte degli Inca, circa nel 1445. La porta del sole (in foto) venne così chiamata, perché posizionandosi davanti ad essa all’inizio della primavera, si può osservare che il sole sorge esattamente sopra la metà della porta.