Anche se può apparire inverosimile al giorno d’oggi, fino a non troppi decenni fa le donne potevano correre il rischio di essere arrestate per il tipo di abbigliamento che indossavano. Ancora nel 19° secolo, le signore europee avevano bisogno di un’autorizzazione speciale per indossare abiti maschili, mentre negli Stati Uniti, nel 1938, Helen Hulick fu arrestata per essersi presentata in tribunale (come testimone) indossando dei pantaloni.
Sotto, il video racconto dell’articolo sul canale Youtube di Vanilla Magazine:
Anche riuscire a indossare un costume da bagno, e non ingombranti vestiti lunghi, corredati da pantaloni, non fu così semplice: agli inizi del ‘900 scoprire gambe e braccia era considerata una cosa indecente, in particolare negli Stati Uniti d’America.
E c’erano leggi a salvaguardia della pubblica moralità, leggi che avevano bisogno di un metro da sarta per controllare quanti centimetri di pelle una donna avesse il diritto di scoprire in pubblico. D’altro canto, nemmeno gli uomini potevano presentarsi in spiaggia a torso nudo, ma dovevano indossare un “monopezzo” simile a un costume intero.
Fino ai primi anni del ‘900, le donne dovevano indossare, sia per stare in spiaggia sia per fare il bagno, vestiti che le coprissero interamente, con dei pesi nell’orlo della gonna, in modo che non si sollevasse mentre erano in acqua.Poi, nel 1908, la nuotatrice Annette Kellerman ideò il primo costume da bagno intero per signora. Fu arrestata, neanche a dirlo, sulla spiaggia di Boston, per aver osato mettere in mostra braccia e gambe. La Kellerman poi modificò il modello, allungando il pantalone e aggiungendo maniche e colletto, mantenendo però l’aderenza del costume.Paradossalmente, l’arresto della Kellerman rese popolare la sua invenzione: i costumi iniziarono a ridursi, togliendo le maniche e ampliando la scollatura sul davanti e soprattutto sul lato posteriore, mentre nuovi tessuti, come il rayon, rendevano l’abbigliamento da spiaggia più comodo e pratico.
In Europa invece, già negli ’30, qualche attrice osava indossare un costume a “due pezzi”, che non doveva però scoprire l’ombelico.
L’uso del “due pezzi” si diffuse negli Stati Uniti solo durante la Seconda Guerra Mondiale, quando la carenza di tessuti impose una riduzione anche sulla quantità di stoffa da utilizzare per l’abbigliamento da spiaggia.
Poi dalla Francia arrivò il bikini, nel 1946, così scandaloso e indecente che il suo stesso inventore, Louis Réard, lo descrisse come un “costume da bagno a due pezzi che rivela tutto di una ragazza, tranne il nome da nubile di sua madre”
Ancora nel 1957 una rivista di moda affermava che “è quasi inutile sprecare parole sul cosiddetto bikini, perché è inconcepibile che qualsiasi ragazza dotata di tatto e decenza possa mai indossare una cosa del genere.” D’altronde, il peccaminoso bikini, era bandito dalle spiagge francesi (solo quelle sull’Atlantico), spagnole, portoghesi, australiane e di alcuni stati degli USA. E, ovviamente, anche da quelle italiane. Altri tempi, altri costumi…