Quello del turismo è un settore dell’economia che, in molti paesi, riesce ad essere trainante, grazie ai posti di lavoro per le comunità locali, e anche per tutto un indotto che consente la conservazione di tradizioni culturali che rischiano di perdersi. Può anche fornire un sostegno finanziario per la conservazione delle risorse naturali e degli ecosistemi. L’altra faccia della medaglia è rappresentata da quel tipo di turismo che non ha rispetto per i luoghi visitati, sia che si tratti di città d’arte, o ambienti naturali. A volte è la fauna selvatica a pagare lo scotto della stupidità e della crudeltà dei vacanzieri.
Scattare fotografie manipolando animali selvatici può essere considerata una forma di crudeltà. Malgrado sia comunque una forma di abuso, è una pratica quasi sempre innocua. Tuttavia, in alcuni casi può diventare mortale per gli animali.
Un cucciolo di delfino in Argentina
Nel febbraio di quest’anno, un cucciolo di delfino è morto dopo essere stato tirato fuori dall’acqua e passato di mano in mano tra una folla ansiosa di toccarlo e di prendere dei selfies con lui. L’incidente è avvenuto nella località balneare di Santa Teresita, in Argentina. Il cucciolo apparteneva ad una specie considerata “vulnerabile”, conosciuta come La Plata o Franciscana, che si trova solo in Brasile, Uruguay e Argentina.
E’ l’unico tipo di delfino di fiume che può vivere in acqua salata, e ad oggi se ne contano solo 30.000 esemplari. In un video si vede un uomo che porta fuori dall’acqua il povero delfino, che viene poi man mano preso da tutta una folla di turisti curiosi. Dopo essersi divertiti con l’animale, il gruppo alla fine lo ha lasciato morire nel fango. Purtroppo, come dimostra il video, nessuno è intervenuto difesa dell’animale, o ha tentato di riportarlo in acqua.
Uno squalo balena in Venezuela
Gli squali balena sono noti per la loro mansuetudine, tanto che vengono chiamati i ” giganti gentili del mare”. Purtroppo, alcune persone approfittano del carattere dolce di queste creature del mare, per compiere le loro stupide bravate. Nel 2015 è apparso su Internet un video che riprende due turisti mentre maltrattano uno squalo balena. Il video è stato originariamente caricato da un account irrintracciabile in Venezuela, e poi postato su Facebook da Marine Connection, un gruppo ambientalista con sede a Londra.
Nel video si possono vedere due uomini che si divertono a “surfare” su uno squalo balena, legato con una corda ad una barca in movimento, mentre le persone a bordo del natante ridono e applaudono i due “coraggiosi” surfisti. Gli squali balena sono una specie “in pericolo”: minacciati dai pescatori per la loro carne e per l’utilizzo industriale e farmaceutico, dalle reti da pesca e dalle eliche delle imbarcazioni, ora devono anche difendersi dalla stupidità di qualche turista.
Un cucciolo di bisonte a Yellowstone
Un cucciolo di bisonte è stato abbattuto a causa della stupidità di due turisti. L’incidente è avvenuto al Yellowstone National Park (USA) nel maggio 2016. Un uomo, che visitava il parco insieme con il figlio, ha visto un piccolo bisonte che sembrava avere molto freddo. Pensando di salvare la vita dell’animale, ha deciso di caricarlo in macchina, nonostante le proteste di un altro visitatore. Si è diretto ad una stazione di rangers, ai quali ha dichiarato di essere “seriamente preoccupato per il cucciolo” che, a suo dire, stava morendo per il freddo.
Purtroppo, questo atto di gentilezza apparentemente innocente, si è rivelato dannoso per il bisonte: come risultato dell’interferenza umana, la madre ha respinto il cucciolo. I rangers del parco hanno cercato più volte di riunire il neonato alla sua mandria, senza riuscirci. Alla fine il bisonte è stato abbattuto perché, avvicinandosi troppo alle persone e alle auto, era diventato una minaccia per i turisti. Questo incidente dovrebbe insegnare che le buone intenzioni non portano sempre ad un comportamento corretto.
Due leoni bersagli vulnerabili in Cina
Nel corso degli ultimi anni in Cina è aumentato molto il numero di zoo abusivi, anche se il governo ha iniziato ad attuare alcune misure per frenare questo crescente problema, amplificato dal comportamento scorretto di alcuni visitatori. Nel gennaio 2013, allo zoo di Hangzhou, due leoni sono stati bersagliati da palle di neve, lanciate inizialmente da un solo turista, poi imitato da altri. Ovviamente le palle di neve non possono ferire animali di grossa taglia come i leoni, ma un comportamento di questo tipo denota una totale mancanza di rispetto verso queste creature tenute in cattività. Questa non è la prima volta che gli animali dello zoo di Hangzhou hanno sofferto per la crudeltà dei turisti. In passato, alcuni visitatori avrebbero gettato contro gli animali anche sassi, bottiglie d’acqua, e lattine di Coca-Cola.
Uno squalo balena nelle Filippine
Nel 2012, a Boljoon, nelle Filippine, una ragazza di nome Carinn Lestolis ha trovato divertente farsi scattare una foto mentre tenta di salire sul dorso di uno squalo balena lungo tre metri. Il povero animale era rimasto intrappolato nelle reti di un pescatore locale, Pablo Trapero. Per liberare l’animale, l’uomo ha trascinato le reti a 100 metri dalla riva. Dopo due ore di lavoro lo squalo era tornato libero, purtroppo a disposizione della Lestolis, che voleva una foto con l’animale, per caricarla su Facebook. Dopo la pubblicazione on-line la ragazza, che è stata pesantemente criticata, si è difesa dicendo: “Non sapevamo che fosse sbagliato toccarli. Tutto quello che sapevamo era che non dovrebbero essere danneggiati.” A suo dire, ha trascorso appena due minuti sopra lo squalo balena, solo per farsi fare una foto con lui. A seguito di questo incidente, il governo locale di Boljoon ha stabilito alcune norme volte a prevenire questo tipo di abusi: i trasgressori saranno multati e imprigionati.
Un cigno in Macedonia
Il cucciolo di delfino morto in Argentina non è l’unico animale vittima della smania per foto originali da postare sul web. Nei primi mesi di quest’anno, in Macedonia, un cigno ha subito la stessa sorte. L’incidente ha coinvolto una turista bulgara in visita al lago di Ocrida. Un uomo del posto, Nake Batev, ha assistito alla scena: la donna stava afferrando malamente l’uccello per farsi fotografare dai suoi amici. Anche Batev ha scattato qualche foto dell’incidente, e rimproverato la turista, gridandole di lasciare l’animale. La donna finalmente ha liberato il povero cigno e si è allontanata con i suoi amici.
Per quanto riguarda il destino del cigno, ci sono notizie contrastanti. Secondo la Macedonian International News Agency, l’animale è morto a causa degli strattoni ricevuti dalla donna. Tuttavia, Batev afferma che il “cigno in realtà si è allontanato sull’acqua”. Comunque sia, incidenti come questo non dovrebbero accadere. Non si può mettere a rischio la vita degli animali solo per scattare una foto.
Un delfino in Cina
Nel 2013, i cinesi si sono molto indignati per le foto scattate da un gruppo di turisti che si divertiva con un delfino morente. L’incidente è avvenuto a Sanya, una città nel sud della Cina. Il povero delfino aveva ferite sulla coda, dovute probabilmente alla collisione con una barca da pesca, ma era ancora vivo quando un gruppo di turisti lo ha visto sulla spiaggia. Invece di aiutarlo, queste persone hanno approfittato della situazione per scattare delle foto “divertenti”.
In una di esse un giovanotto mostra i muscoli mentre tiene sollevato il delfino. Quando i soccorritori sono finalmente arrivati sul posto l’animale era già morto.
Le foto che circolavano su Weibo, il più popolare social network cinese, hanno causato indignazione in tutto il paese. Un uomo ha definito questi turisti un “gruppo di animali”. Un altro utente cinese ha commentato che “la Cina è ormai piena di gente priva di valori morali”. Secondo altri, le reazioni di molti cinesi sono state sproporzionate all’incidente.
Due pavoni in Cina
Nel mese di febbraio 2016, due pavoni sono morti dopo essere stati maltrattati da un gruppo di turisti cinesi, al Yunnan Wild Animal Park, nella città di Kunming, nella Cina sud-occidentale. I guardiani dello zoo ritengono che i pavoni siano morti per lo shock: un gruppo di turisti voleva scattare delle foto con gli uccelli, tenendoli con forza nelle mani e strappando loro le piume. La direzione dello zoo ha dichiarato che questo orribile tipo di incidente non si era mai verificato, e che ai visitatori viene costantemente ricordato di non toccare gli animali. Verrebbe da chiedersi, però, dove fosse il personale quando è successo lo sfortunato evento.
Un elefante ad Angkor Wat
In Cambogia molti elefanti vengono utilizzati come mezzi di trasporto, in particolare nel settore turistico. Per più di un decennio, un elefante femmina di nome Sambo ha trasportato i turisti tra le rovine di Angkor Wat. Sambo ha iniziato a lavorare per la Angkor Elephant Company nel 2001, ma nel 2016 purtroppo la sua carriera si è tristemente conclusa: è morta mentre trasportava i turisti in giro per la magnifica città di Angkor Wat.
Gli esperti ritengono che Sambo, dell’età di circa 40/45 anni, sia morta per il calore e la spossatezza, mentre stava compiendo l’ennesimo giro le rovine. Successivamente è stato accertato che la causa della morte fu dovuta ad un attacco cardiaco. La morte di Sambo ha provocato la reazioni degli animalisti locali, che hanno chiesto, attraverso una petizione pubblicata sul sito Change.org, di fermare l’uso degli elefanti come mezzo di trasporto, un’attività crudele che avvantaggia solo pochi nel settore del turismo.
Il coccodrillo Fatso in Australia
La storia di Fatso è la più singolare fra quelle qui raccontate: invece di sottostare ai maltrattamenti di turisti stupidi e crudeli, Fatso ha rappresentato la nemesi di tutti gli animali selvatici catturati e maltrattati. Nel 2010, a Broome, in Australia, un uomo di nome Michael Newman, cacciato da un bar per la sua ubriachezza, ha avuto la brillante idea di scalare un recinto, per cavalcare un coccodrillo d’acqua salata. Sfortunatamente per lui, il recinto ospitava Fatso, un bestione di 5 metri, che lo ha azzannato alla gamba destra. A causa della bassa temperatura, il coccodrillo era un po’ più lento del normale, e questo ha consentito all’uomo di salvarsi, ma se fosse stato più caldo, e Fatso più vigile, Newman sarebbe stato ucciso: i coccodrilli di acqua salata molto difficilmente lasciano andare una preda dopo averla afferrata.
Harambe – il Gorilla ucciso nella propria gabbia
Il gorilla Harambe era un magnifico esemplare di 17 anni e 180 chilogrammi che viveva nello Zoo di Cincinnati. A Maggio di quest’anno un bambino di 4 anni è caduto all’interno del recinto del primate, costringendo gli addetti dello Zoo a sopprimere l’animale, dopo che per 10 minuti le urla incontrollate dei visitatori avevano disorientato il povero animale, mettendo ovviamente in pericolo la vita del bambino.
I genitori del piccolo sono stati (ancora non formalmente) accusati di assoluta negligenza, e sono state raccolte oltre 200.000 firme per chiedere giustizia per Harambe. E’ ovvio infatti che, se non si può naturalmente accusare un bimbo di 4 anni delle proprie azioni, è responsabilità dei genitori assicurarsi che queste non rechino danni agli altri, sopratutto se si tratta di animali indifesi.